martedì 13 aprile 2010

Appuntamento con il gruppo Delta

Il Gruppo interculturale Delta di Calusco d'Adda, in collaborazione con il Vicariato dell'Isola e l'oratorio San Giovanni Bosco, e con il patrocinio del Comune di Calusco d'Adda, propone un ciclo di tre incontri e uno spettacolo sul tema «L'uomo e la Giustizia» presso il Centro parrocchiale «Don Paltenghi», in via dell'Assunta 243, sempre con inizio alle 21. Il primo appuntamento, stasera, ha per titolo «Il perdono di Erba», con l'intervento di Carlo Castagna (l'uomo al quale nella strage di Erba, l'11 dicembre 2006, furono uccisi moglie, figlia e nipotino) e il magistrato Giuseppe Anzani. Il secondo incontro sarà lunedì 19 sul tema «Immigrazione e cittadinanza dei diritti e dei doveri» con Stefano Fontana, direttore dell'Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuan, l'arcivescovo del Vietnam che è stato imprigionato per ben tredici anni, di cui nove in isolamento. Lunedì 26 monsignor Bruno Maggioni, biblista, parlerà su «La giustizia nella Bibbia». Il ciclo si concluderà venerdì 7 maggio al cineteatro «San Fedele» di Calusco, con la rappresentazione di «Giustizia mosse il mio alto fattore», presentata dalla Compagnia Khorakhanè di Milano, con gli attori Aglaia Zannetti, Gianluca Iacono e Andrea Abbatista e la regia di Aglaia Zannetti.



Porthos

9 commenti:

Padre Aldo ha detto...

Bei temi, direi proprio che vale la pena prendere parte agli incontri

Anonimo ha detto...

Propongo altri due incontri:
1 Il perdono da parte dei bambini abusati da preti pedofili
2 Perchè la Chiesa si fida della giustizia divina e non di quella umana, tanto da non denunciare quasi mai i preti pedofili

Anonimo ha detto...

Patetico, assurdo, schifosamente influenzato da una parte della società che vuole solo il male dalla chiesa.

Tra l'altro se ci tieni tanto, sbattiti e organizza tu, ma evita di infangare così il post del gruppo delta, gente seria e che si impegna nell'organizzare ogni anno incontri interessanti.
Hai davvero perso un'occasione per startene zitto

S.M. ha detto...

Direi che è abbastanza rivoltante il contenuto del secondo intervento. Se si hanno opinioni in merito, è opportuno che vengano espresse in modo che il confronto possa chiarire posizioni anche divergenti, ma protese al conseguimento della verità, unica condizione che libera ogni individuo da schieramenti strumentali.
Farò il possibile per essere presente all'incontro organizzato dal gruppo Delta, i temi proposti sono molto interessanti e degni di maggior serietà per quanti intervengono in questo blog. Per il momento mi complimento con gli organizzatori.
S.M.

Anonimo ha detto...

ohhh....per una volta un intervento dello spera che mi trova in accordo con lui: incredibile!

S.M. ha detto...

Non perdi il vizio....le inutilità sono parenti delle banalità, e le ovvietà mal si conciliano con la credibilità!

Anonimo ha detto...

Guarda che era una semplice e innocua battuta, mi spiace che tu l'abbia presa in maniera negativa.
Piuttosto, parliamo dell'incontro, piaciuto?

S.M. ha detto...

Meriterebbe ulteriori approfondimenti la conferenza di ieri sera. Proverò ad affrontare, spero con chiarezza alcuni aspetti. Credo che il perdono appartenga a una sfera strettamente personale, insondabile sotto tutti i punti di vista, frutto di percorsi che non si possono sintetizzare con parole. Queste ultime rischiano di apparire incomprensibili per quanti, come me, vedono la giustizia da una angolazione laica a valenza universale. Quest’aspetto è stato accennato dal magistrato Anzani, ma non è stato raccolto dagli interventi che sono seguiti.
Sono convinto che uno Stato non possa contemplare un istituto come il perdono, riconoscere ciò significherebbe smantellare il Diritto, per questo motivo si è introdotta la “Grazia”, che è cosa ben diversa dal “Perdono”. Il perdono implica, come ha sottolineato Carlo Castagna, una delega al Trascendente nella gestione della giustizia, (peraltro ribadita anche da Anzani citando il figlio del magistrato assassinato dalle B.R.).
Quando parliamo di Giustizia, non dobbiamo mai dimenticare la necessità di regole che ogni società deve darsi per impedire che i più deboli soccombano ai prepotenti, garanzie che da Amurrabi hanno attraversato i secoli per approdare all’illuminismo del Beccaria, evolvendo sino alla legge Gozzini, a riprova che la Giustizia non è mai una componente immobile della società, ma procede con essa, adeguandosi al grado di civiltà che le scienze, umanistiche e non, ricercano costantemente.
La “Grazia” quindi è frutto di questo percorso: se in un primo momento tale provvedimento era applicato in maniera discrezionale dal monarca di turno, subordinato a interessi specifici, oggi risulta essere un istituto che riconosce l’effettivo ravvedimento conseguente al recupero sociale del soggetto. La pena, non sarebbe molto dissimile dalla “Vendetta” se non vista in questa ottica. L’evoluzione del Diritto applicato alla Giustizia, non può che contemplare un concetto fondamentale nel processo di civilizzazione: dare la possibilità ad ogni individuo di appropriarsi di capacità relazionali tali da renderlo partecipe al progresso umano; ciò comporta naturalmente uno sforzo da parte nostra, e cioè offrire quelle opportunità che il sistema carcerario odierno nega nei fatti, non ostante l’enunciato costituzionale.
Mi fermerei qui, anche se ho molte altre cose da dire, ma preferirei che su questi concetti si potesse avviare un ragionamento.

alpi ha detto...

Un incontro indimenticabile! Vorrei sottolineare un aspetto importante che abbiamo vissuto quella sera: la ragione e la fede si sono confrontate, hanno dialogato. Fantastico! Da sole zoppicano, insieme realizzano l'uomo e il suo desiderio di Verità. Allora mi piace concludere questo commento ricordando l'incipit dell'enciclica Fides et ratio di Giovanni Paolo II: "La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità".