lunedì 7 giugno 2010

Monte Canto e Bedesco il Comitato chiede ai Comuni azioni urgenti

Pontida, il Comitato chiede ai Comuni azioni urgenti. È un patrimonio da valorizzare con progetti concreti Salviamo la collina, i boschi e l'antico borgo, questo il fermo proposito lanciato da quelli del Comitato Monte Canto e Bedesco durante la partecipata assemblea pubblica che si è svolta nella sala civica di via Valletto a Pontida. Più di cento persone, tra amministratori comunali e cittadini, hanno affollato la stanza.
Del resto la situazione è seria: il terreno boschivo rischia di cedere, il territorio è lasciato allo stato di grave incuria e l'antico borgo sta definitivamente crollando. Secondo quelli del Comitato occorre intervenire subito, ancora attraverso lo strumento del Plis, ovvero del Parco locale di interesse sovracomunale. A questo proposito era stato creato anni fa un apposito ufficio tecnico sovracomunale. Ma sarebbe una… stanza vuota visto che finora non è riuscito ad operare in modo concreto.
Come se non bastasse i dieci Comuni del Plis ovvero Pontida, Ambivere, Mapello, Sotto il Monte, Carvico, Villa d'Adda, Calusco, Chignolo, Solza e Terno non trovano un accordo su come salvaguardare il Canto e il Bedesco. Dissapori, screzi, addirittura scontri e c'è chi, come Pontida, vorrebbe addirittura uscire dal Plis.
La serata quindi è servita non solo per fare il punto della situazione ma anche per cercare soluzioni per salvare l'area naturalistica. La prima a parlare è stata Elena Tironi, responsabile tecnico del Plis del Basso corso del fiume Brembo (comprendente i paesi di Osio Sotto e Sopra, Dalmine, Filago, Bonate Sotto, Boltiere e Madone).
«Da noi l'esperienza del parco locale sta funzionando bene – ha evidenziato Tironi – abbiamo creato nuovi boschi, una rete ciclopedonale e delle aule ambientali per gli studenti. Ora stiamo avviando la lotta alle specie infestanti e realizzeremo il piano di sottobacino».
La situazione del Monte Canto e Bedesco è così grave che si richiedono interventi urgenti.
«La salvaguardia di quest'area – ha sottolineato Massimo Noris, dirigente Ersaf di Milano – può sembrare un aggravio in termini di costi. In realtà si avrà un ritorno importante sul territorio, basti pensare alla filiera legno-energia (biomassa). Se non mettiamo mano subito alla collina rischia di venir giù tutto».
Su come salvare l'area sono arrivate proposte concrete. «Si può puntare – ha evidenziato Andrea Corbetta, esperto naturalista e insegnante – su strutture condivise e condivisibili per oratori e scuole, portare avanti un turismo scolastico o di tipo familiare nei weekend. Altre iniziative potrebbero essere la creazione di un ecomuseo, la realizzazione di uno spazio polivalente. Inoltre per le varie passeggiate si possono sfruttare le vicine reti ferroviarie. L'importante è che gli edifici a scopo educativo e ricreativo che si andranno a realizzare siano fabbricati rurali che rispettino l'architettura originale dei luoghi».
L'ultimo intervento è stato di Giacomo Gerosa, docente di Biologia ed Ecologia all'Università Cattolica di Brescia, che ha affrontato la questione degli strumenti a disposizione per assicurare un futuro a questa parte importante di territorio.
«Occorre valorizzare questo patrimonio – ha dichiarato l'esperto – l'attuale Plis ha un deficit di senso, occorre provvedere alla costituzione di una nuova struttura tecnica sovracomunale che porti avanti progetti concreti».
Il tutto però, sempre secondo il Comitato, passando ancora attraverso il Parco locale di interesse sovracomunale, che però funzioni veramente, non come finora è stato. Al termine Rosario Magnolo ha presentato una mozione, da inviare a tutti i Comuni del Plis, in cui si chiede espressamente di intervenire per salvare il Canto e il Bedesco. Per alzata di mano, la stragrande maggioranza dei presenti, ha approvato la proposta. (fonte eco di bergamo)


Porthos

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