giovedì 3 giugno 2010

Si dimette il Consigliere Vitali

Aumenta la quota rosa all'interno del consiglio comunale dopo le dimissioni del consigliere vitali giuseppe, infatti a sostituirlo nelle fila di linea comune sarà teli milena.
Pensando di far casa gradita pubblico sotto la lettera del dimissionario vitali dove spiega le motivazioni del suo gesto.

Ho accettato di entrare a far parte della lista di LINEA COMUNE sin dalla sua nascita, e cioè nel lontano 1995, condividendo con quelle persone quegli ideali che per buona parte hanno coinciso con le mie scelte di vita, e cioè la centralità della persona umana, in tutti i suoi aspetti, siano essi sociali che culturali. Dire “centralità della persona umana”, vuole dire tutto e niente, dal momento che ogni organizzazione, movimento o partito, le utilizza, allo scopo di dare rilievo e consistenza a programmi che spesso si rivelano nel tempo evanescenti e strumentali, evidenziando quelle differenze che ne contraddistinguono: quegli intenti autoreferenziali dalle reali volontà d’impegno per il bene comune. In dodici anni di assessorato con Linea Comune, penso di aver dato prova di questo impegno, favorendo il miglioramento dei rapporti tra le Istituzioni scolastiche e L’Amministrazione locale, promuovendo un protocollo d’intesa, sottoscritto da Insegnanti, Genitori e Comune, che individuava nel sostegno ai “Piani di diritto allo studio” uno degli assi portanti del progetto educativo dei ragazzi nelle scuole locali, individuando percorsi formativi condivisi. Con Linea Comune ho vissuto e favorito una stagione che ha visto il formarsi di gruppi culturali, i quali hanno dato vita a molteplici iniziative andate consolidandosi negli anni, ma anche quelle che si sono rivelate come uniche, immagino abbiano mantenuto nella memoria popolare una rilevanza non trascurabile: penso al concorso di scrittura per un racconto in venti minuti che si è tradotto in un opuscolo-antologia di giovani autori, penso alla promozione dei due volumi di storia del nostro paese e a tante altre iniziative che hanno visto coinvolte numerose persone; il tutto all’insegna di quell’armonia che dovrebbe contraddistinguere i rapporti tra cittadini liberi da ideologie o contrapposizioni. Parafrasando una studentessa intervenuta al convegno di Perugia in occasione della Marcia per la Pace, posso affermare che l’Amministrazione della quale mi onoro di aver preso parte “ha prodotto Cultura promossa dal Pubblico lasciando al privato la proposta di musica, mentre oggi assisto a musica Pubblica che affida al privato l’offerta della Cultura”. Parallelamente al mio impegno politico, mi permetto di sottolineare il progetto che ha caratterizzato maggiormente la mia vita in questi ultimi diciassette anni, un progetto che non poteva prescindere dai valori ai quali mi sono sempre richiamato: la Solidarietà mediante la mia vita professionale e cioè AZYMUTH. Per quelli come me, non può esistere soluzione di continuità tra lavoro ed impegno sociale (mi si perdoni l’immodestia), si tratta di un travaso continuo, un bisogno di intrecciare concretamente idealità e lavoro, in questo consiste il “privilegio” della mia professione. Azymuth ha rappresentato per molti giovani, per molti ragazzi, la possibilità di esprimere una abilità diversa dalla mia, dalla nostra. Con orgoglio posso affermare di aver favorito la loro inclusione nelle reti naturali dei rapporti umani, attraverso un “luogo” entro il quale chiunque, varcata la soglia, potesse esprimere tutte le sue potenzialità. Un coriandolo di umanità libero dalle ansie conculcate da un mondo selettivo, uno scampolo di paese dove l’autostima è insieme: obiettivo e carattere fondante dei rapporti per quanti lo hanno frequentato e continuano a frequentare. Come per tante altre realtà, culturali e sociali, che la storia di Azymuth sia ritenuta superata e conclusa, che il vissuto delle persone si possa cancellare con un semplice atto burocratico, risulta ai miei occhi quantomeno ingiuriosa. Oltre ad insensibilità, si denota una scarsa capacità propositiva, ammesso che si sia in grado di proporre innovazioni sull’esistente, ignorando la consistenza dell’esperienza di questi anni. Secondo taluni, l’attenzione alla persona passa in secondo piano, se questa non appartiene ad un progetto che non abbia precisi riferimenti ben identificabili, ciò evidenzia la strumentalità ideologica per scelte incomprensibili. Questa lettura dei fatti non può che determinare una mia ferma ed irrevocabile decisione, individuando nella pervicace volontà di questa maggioranza a voler azzerare tutte quelle iniziative poste in essere dalla precedente Amministrazione. Mi dimetto dal Consiglio Comunale. Dimissioni di protesta, si! Non mi è possibile accettare di sedere allo stesso tavolo con persone il cui unico obiettivo sia quello di umiliare ed annichilire l’operato di coloro che li hanno preceduti. Non è possibile assistere ad una costante campagna elettorale fatta di accuse inconsistenti, tese a giustificare cambiamenti laceranti per il nostro tessuto sociale. All’attuale maggioranza vorrei chiedere se si ricordano i propositi contenuti nel programma delle “cinque dita”: Ve li ricordate quei cinque punti rimarcati da quel foglietto in formato A5? Bene io credo che li abbiate ampiamente disattesi, e ne dovrete rendere conto nella prossima tornata amministrativa del 2012! Ritenendo conclusa la mia esperienza amministrativa, intendo impegnarmi a fondo per la prosecuzione del Progetto Azymuth, rendendo ineludibile una mia posizione di trasparenza sulla questione, tesa ad evitare qualsiasi forma di strumentalizzazione. Voglio qui ringraziare tutti quei Cittadini che hanno visto nella mia persona, ma soprattutto nel mio operato, un modello di coerenza dandomi fiducia con il loro consenso. Ringrazio Linea Comune per l’alto ruolo ideale rivestito in questi anni, e per il momento di crescita che ha rappresentato nella mia vita.
Giuseppe Vitali


Porthos

24 commenti:

Anonimo ha detto...

Peccato davvero per la scelta del Vitali, comunque con questi amministratori inetti ed incapaci non ci sono altre soluzioni, anche se non sono certo che siano di capire un gesto come questo.

Anonimo ha detto...

Pensate un po la coincidenza: il Cocchi si dimette dalla Vitali SPA. il Vitali G. si dimette dal comune, adesso per completare la terna si dovrebbe dimettere ance l'altro Vitali dal consiglio.

Fox ha detto...

Perchè c'è un altro Vitali in comune mai saputo, comunque meglio far dimettere qualche assessore inutile e nullafacente che almeno si risparmiano dei soldi dei contribuenti. La scelta non dovrebbe essere difficile visto che c'è l'imbarazzo della scelta

Fox

Anonimo ha detto...

E bravo Vitali sottoscrivo pienamente, ci vuole proprio stomaco a frequentare certi personaggi.

Anonimo ha detto...

Non so che dire, ma forse era meglio combattere gli spropositi amministrativi di chi ci governa restando all'interno del consiglio comunale. Con questo gesto mi sembra quasi di dare una vittoria a chi ha combinato tutti sti casini.
Al di la di tutto comunque rispetto la scelta del Pepino, che forse a livelli così infimi dei nostri amministratorinon ha potuto più reggere.

Anonimo ha detto...

buffoni!!!

Don Camillo ha detto...

Venga il nostro partito, sia fatta la nostra volontà, così in cielo come in comune. Dacci oggi il nostro consigliere quotidiano, non ci portare opposizione ma liberaci dal Peppino amen.

ORSO45 ha detto...

Lectio magistralis di chiarezza, sensibilità e dignità non comune.
Ha tutta la mia solidarietà per quanto ha fatto e per quanto farà posto che ha manifestato il proposito di proseguire col Progetto Azymuth in trasparenza e coerenza.
Alla lunga prevalgono sempre la ragione ed il buon senso.

Anonimo ha detto...

coerente,degno di rispetto

Anonimo ha detto...

Don Camillo, veramente non ti vergogni?
Parecchia gente lì dentro che fà parte dell'amministrazione dovrebbe prendere esempio non credi? Ricordati che la gente le cose le sà, non è ignorante come pensate Voi. Comunque se fossi in tè mi vergognerei!

Marco

Anonimo ha detto...

Adesso chi subentrerà al posto del Vitali, il primo dei non - eletti? Simone Biffi, si chiamava così giusto?

Per quanto riguarda la questione azimuth: servizi isola che c'era dietro ad azimuth ha fatto una proposta concorrente a quella della lavorare insieme? Se no, perchè?

Anonimo ha detto...

Caro ultimo anonimo,

se un padrone di casa a cui stai sulle scatole per motivi politici ti sfratta e poi mette un annuncio per l'affitto tu ti ripresenti da lui??

Ganesh

Anonimo ha detto...

Caro ganesh

il rapporto che c'è fra un'amministrazione e un concessionario è molto diverso da quello tra un locatore e il locatario.

Le concessioni scadono e alla scadenza l'amministrazione ha tutto il diritto di indire un'altra gara con una procedura a evidenza pubblica in cui siano prestabiliti i requisiti che coloro che ambiscono alla concessione della licenza devono avere.

Domanda: il bando è stato fatto? Era equo, nel senso che non era discriminatorio verso nessuno e aperto a tutti? In caso contrario potrebbe essere impugnato giudizialmente.

Qualora fosse stato equo, perché non si è presentata una nuova proposta? i motivi politici per legge non possono entrare tra le ragioni di esclusione di una cooperativa, indi immagino che quest'ostilità ci sia stata ma non può essere usata come alibi, altrimenti si rischia di scadere nella strumentalizzazione politica.
E', sinceramente, usare gli Handicappati (e mi permetto di dirlo perché il politicamente corretto fa schifo) per acquisire consenso è poco dignitoso quanto inventarsi un fasullo spirito di appartenenza di natura contradaiola per mascherare le vere ragioni politiche.

Anonimo ha detto...

Fai ridere.
Chi ha fatto un uso politico della cosa è stata proprio l'amministrazione, che ha chiuso uno spazio gestito (guarda un po') da due consiglieri di opposizione. Certo che un'amministrazione ha il diritto di farlo: le chiavi le ha in mano lei. Ma le circostanze sono quantomeno sospette.
E se c'è qualcuno che ha strumentalizzato i disabili è stato il nostro assessore ai servizi sociali, che ha deciso insieme al sindaco di chiudere dalla mattina alla sera un centro che funzionava da anni senza nemmeno consultare le famiglie e di aprirne uno nuovo con l'immancabile bicchierata.
A dimostrazione di ciò ci sono alcune centinaia di firme (tra cui quelle di molti genitori dei disabili) che il nostro sindaco si è permesso di definire truffaldine e falsate.
Quindi, caro anonimo, togliti il vezzo di parlare col linguaggio forbito di chi pretende di sapere/capire le cose e guarda in faccia la realtà.

Ganesh

Anonimo ha detto...

Fai ridere.
Chi ha fatto un uso politico della cosa è stata proprio l'amministrazione, che ha chiuso uno spazio gestito (guarda un po') da due consiglieri di opposizione. Certo che un'amministrazione ha il diritto di farlo: le chiavi le ha in mano lei. Ma le circostanze sono quantomeno sospette.
E se c'è qualcuno che ha strumentalizzato i disabili è stato il nostro assessore ai servizi sociali, che ha deciso insieme al sindaco di chiudere dalla mattina alla sera un centro che funzionava da anni senza nemmeno consultare le famiglie e di aprirne uno nuovo con l'immancabile bicchierata.
A dimostrazione di ciò ci sono alcune centinaia di firme (tra cui quelle di molti genitori dei disabili) che il nostro sindaco si è permesso di definire truffaldine e falsate.
Quindi, caro anonimo, togliti il vezzo di parlare col linguaggio forbito di chi pretende di sapere/capire le cose e guarda in faccia la realtà.

Ganesh

Anonimo ha detto...

Innanzitutto evita di usare espressione come "fai ridere", lo so che qui sopra il livello è pre-adolescenziale ma ogni tanto ci capita anche gente capace di discutere in maniera diversa.

Il punto è questo. Accertato il fatto che l'amministrazione fosse ostile all'azimuth per motivi politici, questo lo sanno anche i sassi, come è acclarato che associazioni come Fermento culturale e Chiavi sospese siano state defenestrate perché non allinenati, perché servizi isola non si è presentato alla procedura di evidenza pubblica? Qualora avesse presentato un'offerta migliore di "Lavorare insieme" si sarebbero aggiudicati la gara.

Invece non ci si sono presentati e si è iniziato da subito a strumentalizzare la cosa. La cosa non mi pare corretta: non penso che si debba scendere allo stesso livello dell'Amministrazione-

In tutti i comuni, annualmente, si tengono gare per la concessione dei servizi ai disabili e le varie cooperative si susseguono, senza che siano montati casini del genere, fortunatamente. Già la condizione delle famiglie dei disabili è precaria e difficile, evitare di coinvolgerle in lotte tra guelfi e ghibellini sarebbe quantomeno sensato.

Anonimo ha detto...

Scusami per il linguaggio un po' troppo diretto.

Però credo proprio di non avere afferrato..
Secondo te, appurato che l'amministrazione ha defenestrato azymuth per motivi politici, la stessa cooperativa avrebbe dovuto presentarsi al bando?
Sapendo che un progetto come quello portato avanti fino a quel momento non sarebbe stato accettato?
Oltretutto, l'offerta presentata da "Lavorare insieme" ha vinto principalmente perché permetteva un considerevole taglio della spesa da parte del comune. Due educatori, come c'erano nel progetto azymuth, non avrebbero mai trovato spazio.

Capisco che le amministrazioni lavorino d'accetta. Capisco che le cooperative si facciano la guerra tagliando costi e stipendi.. Ma accettare questo insieme allo schiaffo dato a un progetto che andava avanti da 17 non ti sembra troppo?

Diciamo che in questo contesto i guelfi li riconosco benissimo.. Ma di ghibellini non ne vedo. Vedo chi cerca di portare avanti con nuove risorse un progetto storico nonostante abbia subito un attacco politico.

Ganesh

Anonimo ha detto...

E' questo il punto: immagino che le condizioni economiche offerte dal Comune siano state più basse e che abbia vinto, non chi poteva offrire un servizio di più alta qualità o che poteva vantare un esperienza pluriennale sul territorio, ma sic et simpliciter, chi si offriva di erogare il servizio a un prezzo più basso. Ma questo sta nelle facoltà dei Comuni, che sopratutto in periodo di austerity, tagliano sempre e comunque nel sociale.

Detto questo, in my opinion s'intende, visto che i due educatori in questione sono anche membri del consiglio comunale, per dare un segnale forte, avrebbero dovuto cercare una soluzione, cercando di rimanere sul territorio, presentando un progetto alternativo ai costi di "Lavorare Insieme".

Invece non si è presentata neppure, iniziando da subito la propaganda.

Per quanto riguarda le dimissioni di Vitali, non se ne parlava già da un po', addirittura dal momento, se non prima, dell'insediamento come consigliere?

ORSO45 ha detto...

Mi corre l'obbligo di intervenire perché qui si parla tanto dei politici, gli educatori, le cooperative ma si perdono di vista i soggetti centrali e destinatari della contesa: i disabili e le loro famiglie.
A questi principalmente ci si sarebbe dovuti rivolgere, almeno per un parere, sul cambiamento richiesto, perché di cambiamento (o forse addirittura stravolgimento) si tratta.
Per precisione il bando prevedeva, tra l'altro, che l'attività avrebbe dovuto svolgersi nella nuova struttura sotto l'ASL e questo già di per sè escludeva la prosecuzione dell'attività di Azymut che ha il suo cuore nel negozio-laboratorio in centro paese da cui derivano tutti i concetti relativi alla inclusione sociale dei disabili.
La sensazione (e non è solo una sensazione) è che si sia in primis pervicacemente voluto l'azzeramento dell'esperienza esistente per motivi fors'anche discutibili ma che comunque non giustificano la scarsa attenzione verso gli utenti finali ed esulano da concetti di miglioramento delle loro condizioni e dal loro progetto di vita.
Non sarà stata certo la differenza di poche migliaia di Euro a far decidere gli amministratori; bastava, a titolo esemplicativo e non tassativo, acquistare qualche paletto antirom in meno.

Anonimo ha detto...

Chissà come mai per il palazzetto non è stato fatto nessun bando, risposta: la si voleva dare alla polisportiva ovviamente.
idem per la gastione del bar nessun bando ma affidamento diretto.
Quando fa comodo si seguono certe strade, diversamente, un po di burocrazia può aiutare a disfarsi di persone scomode.

Anonimo ha detto...

Sarà ma qui qualcuno continua a far finta di non capire. Come si può partecipare ad un bando dove ci sono delle precondizioni tali da annullare il preesistente?
Già una collocazione diversa è più isolata della struttura rendeva la partecipazione al bando comnale secondo non perseguibile.
Non si voleva continuare l'esperienza Azymuth ma si voleva fare qualcosaltro, e così è stato.

Anonimo ha detto...

Anonimo, il problema della propaganda mi sembra non sussista.

Farei un inciso, prima di tutto: pare che col termine "propaganda" tu voglia intendere che gli educatori coinvolti abbiano deciso fin da subito di non proporsi all'amministrazione per un rinnovo della convenzione, e abbiano preso la palla al balzo per scatenare l'ennesima polemica. Mi sembra, il tuo, un giudizio poco rispettoso verso chi in diciassette e rotti anni ha portato avanti l'idea dell'Azymuth con convinzione. Pensi davvero che le persone siano tutte così meschine da inventarsi giochetti e sotterfugi in modo da mettere in cattiva luce i cosiddetti avversari politici? Certo, di esempi ne abbiamo tanti nel nostro paese, ma posso mettere la mano sul fuoco che non è il caso di Peppino e Ettore.

Dopo questo inciso, ritorno al punto iniziale: il problema dell'iniziare "subito" la propaganda non c'è. Una cosa sono gli educatori impegnati in Azymuth, altra cosa la cooperativa. Una cosa è la volontà degli educatori, altra cosa e la volontà (mancante) della cooperativa di continuare a interfacciarsi con un'amministrazione che non mi risulta abbia fatto nulla per trattenerla, anzi. Tra i retroscena da considerare ci sono i rapporti intrattenuti finora. E c'è da considerare che, per molto tempo, la cooperativa è andata in perdita nella gestione di questo centro. Quindi la volontà da parte della cooperativa finora c'è stata, bisognerebbe capire per quale motivo ora è cambiato tutto. Ti sei fatto questa domanda? Hai forse pensato che gli amministratori potrebbero avere parlato e promesso, per poi ritirare tutto quanto a tempo debito? Potrebbe essere che i nostri amministratori, come capita in queste situazioni, abbiano voluto evitare polemiche (e propaganda, come la chiami tu) prima della scadenza della convenzione, per poi piazzare il colpo e decidere che di Azymuth non importava loro più nulla? Chissà.

Anonimo ha detto...

"Già una collocazione diversa è più isolata della struttura rendeva la partecipazione al bando comnale secondo non perseguibile".

Questa della diversa collocazione l'ho trovata da subito una motivazione un po' debole. Non mi pare che spostare un progetto educativo di un km, possa condizionalarlo in tal modo da non renderlo più praticabile.
Non siamo difronte a ciò che è successo, per esempio, a Fermento, a cui, a loro tempo, furono fatte proposte irricevibili e poco dignitose. In questo caso lo spazio in via Volta è esteso e funzionale.


"Una cosa è la volontà degli educatori, altra cosa e la volontà (mancante) della cooperativa di continuare a interfacciarsi con un'amministrazione che non mi risulta abbia fatto nulla per trattenerla, anzi. Tra i retroscena da considerare ci sono i rapporti intrattenuti finora. E c'è da considerare che, per molto tempo, la cooperativa è andata in perdita nella gestione di questo centro. Quindi la volontà da parte della cooperativa finora c'è stata, bisognerebbe capire per quale motivo ora è cambiato tutto. Ti sei fatto questa domanda?"

Appunto perché mi sono fatto questa domanda che la questione, secondo me, sarebbe da spiegare in maniera completa.
Da un lato, sicuramente, c'è l'ostilità di un'amministrazione che sta cercando di eliminare tutto ciò che di buono era più o meno riconducibile alla passata amministrazione, dall'altro lato abbiamo una cooperativa, che per motivi propri, ha deciso di non rinnovare la collaborazione con l'Amministrazione.

ORSO45 ha detto...

Anonimo 09.00,
spostere un progetto educativo di un chilometro significa distruggerlo se una parte significativa del progetto è l'inclusione sociale dei disabili nel tessuto vivo del paese.
Ammetterai che per una vetrina stare al centro del paese dove pulsa la vita commerciale è ben diverso che spostarsi in un seminterrato decentrato dove non passa anima viva se non perché ha sbagliato porta.
Per quanto concerne la collaborazione fra amministrazione e cooperativa, poco importa se e chi ha o non ha inteso proseguire. Entrambe si sono bellamente scordate i disabili e le loro famiglie che "dovevano" essere preventivamente informate in forza della Convenzione ONU sui diritti dei disabili, ratificata dall'Italia ed avente valore di Legge sovranazionale. Ma come è d'uso le Leggi si ricordano ed attuano secondo convenienza mentre le Delibere del consiglio Regionale (che sono unicamente note di indirizzo) diventano, nel caso, per lorsignori "Leggi Sovrane" qualora convenga.