sabato 16 ottobre 2010

Per il fotovoltaico Calusco fa causa alla provincia

Si fa quel che si può, per difendere le proprie aree verdi. In questo caso, si va in tribunale. O, meglio, ci si torna: perché per le mosse fatte nel tentativo di tutelare la zona di baccanello il comune di calusco si è già visto recapitare una richiesta di danni per 7,5 milioni di euro. Richiesta rimasta sulla carta, ma il problema non cambia perché l'intervento ipotizzato nella valle del grandone resta in piedi.
Parliamo di capannoni, case o affini? Macché. Qui di mezzo ci sono proprio i pannelli fotovoltaici, con un parco di circa 38 mila metri quadrati che dovrebbe sorgere in un'area che, dice il sindaco roberto colleoni, «è da tutelare perché è l'unica integralmente verde che abbiamo. I pannelli si possono invece mettere ovunque». E allora, nuovo capitolo: si torna al Tar, ma questa volta a essere chiamata in causa potrebbe essere la Provincia che ha rilasciato le autorizzazioni per l'insediamento. «Vorremmo seguire questa strada. Gli avvocati la stanno valutando. Vogliamo dare un segnale forte». Battaglia politica? Proprio no: la Provincia, politicamente Lega-Pdl, verrebbe citata da un comune civico ma che in maggioranza ha esponenti dello stesso colore.
La vicenda di baccanello comincia a inizio 2010, quando in comune a calusco arriva notizia della volontà di una società di installare un parco fotovoltaico nella valle del grandone. «Il progetto ipotizzava, su un campo acquistato dalla società, strutture per la produzione di un megawatt di energia – prosegue il sindaco –. Ma per arrivare a questo livello serviva una copertura di 40 mila metri quadrati, cosa che richiedeva al comune una deroga alla distanza di 10 metri dal sedime della strada che porta a terno, una distanza prescritta per legge. Abbiamo detto no». «Non siamo talebani del verde: abbiamo infatti proposto alla società di aiutarla a trovare un'altra area più idonea». Ma la proposta è stata rimbalzata. In più il diniego alla deroga ha provocato un ricorso del privato al Tar, con richiesta di danni milionaria. «Il Tribunale ha confermato la possibilità di insediamento del parco fotovoltaico, invitando le parti a trovare l'accordo». I privati hanno ridotto le dimensioni del parco e ritoccato la potenza, «fermandosi a 38 mila metri quadrati». Caduto il problema della deroga, le carte sono state trasmesse a via tasso, e da lì, previe opere di mitigazione, è arrivata l'autorizzazione a un impianto da 650 kilowatt. Il sindaco è preoccupato: di «parco» quello fotovoltaico non pare aver molto: «Si prevede una spianata di pannelli alti tre metri con una trincea in cemento». E quindi studia nuove vie legali. «L'unica strada che rimane è il ricorso, non sul progetto ma sul pronunciamento di via tasso, previsto per legge entro 60 giorni dall'atto. Siamo i primi? Per proteggere queste aree qualcosa bisogna fare». (fonte eco di bergamo)
Ricordo che la zona interessata, denominata la valle del grandone, è caratterizzata da un'ampia area che conserva una caratteristica ambientale di pregio fatta di prati, boschi e cascinali; faceva parte del parco del monte canto e del bedesco. Ribadisco faceva parte, poichè la nostra amministrazione da alcuni mesi si è tirata fuori dal gruppo di comuni che ne facevano parte, motivando l'inutilità di questo ente e del progetto. Era stato negli anni novanta il sindaco domenico colleoni a rilanciare quest'area con iniziative di sensibilizzazione. La popolazione riscoprì questa particolare area anche attraverso le azioni proposte dall'allora assessore all'ambiente lino corti, che si era preso a cuore questa zona naturale, tra cui la difesa contro le richieste di usare le ex cave di argilla come discarica. L'attuale amministrazioae, presieduta da roberto colleoni ha pensato bene invece di togliere questa salvaguardia (anche se senza valenza giuridica) con le ripercussioni che ora si possono vedere. Ora dopo aver fatto il danno l'amministrazione caluschese tenta di correre ai ripari, ma probabilmente con scarse possibilità ed enormi rischi per il paese, visto che gli eventuali danni preventivati alle aziende che hanno fatto richiesta di utilizzare quell'area sono di svariati milioni di euro. Euro che viste le condizioni disastrate del bilancio comunale non ci si può permettere.


Porthos

5 commenti:

LegaREgna ha detto...

perchè ti contraddici? ...l'attuale amministrazione, presieduta da roberto colleoni ha pensato bene invece di togliere questa salvaguardia (anche se senza valenza giuridica)... che salvaguardia c'è senza valenza giudridica?
la provincia ha proprio "rimbalzato" il fatto che l'area fosse soggetto a PLIS, in quanto non ha nessun valore legale!
LEGAREGNA

Eusebio ha detto...

E allora che se la gratti il Sindaco, chi è causa del suo male pianga se stesso. Anche se il Plis e il Parco del Monte Canto non hanno valenza giuridica un peso sicuramente l'avrebbero potuto avere.
Ma ormai il dado è tratto, speriamo soltanto che il Sig Sindaco in caso di sentenza negativa da parte del Tar paghi di tasca SUA le SUE scelte.
Chissà da dove scrive l'utente LEGAREGNA, una mezza idea ce l'avrei....

Eusebio

Anonimo ha detto...

Sicuramente l'attuale amministrazione non ha brillato nel passato per le politiche sull'ambiente..
Però in questo caso credo che ponga una questione seria: lasciare che una società deturpi un piccolo "polmone verde", oltretutto per produrre energia che sarà pure "pulita" ma a profitto totalmente privato e con un impatto ambientale devastante, potrebbe dimostrarsi un tragico errore.
Sono sempre stato tra i primi a polemizzare con questa giunta comunale, di cui ho spesso sottolineato errori e incongruenze. Credo e spero, però, che su un tema di tale importanza possa crearsi uno spazio di convergenza con le opposizioni.
Speriamo bene..

Ganesh

Anonimo ha detto...

Pienamente d'accordo Ganesh, ma con i 7 milioni di euro come la mettiamo? Il privato ha dalla sua parte la legge e le capacità di mediazione del nostro sindaco mi spaventano un pochino.

pierangelo ha detto...

Bravo Ganesh.