mercoledì 3 novembre 2010

Come fare centrali rispettando l'ambiente

L'avete mai vista una centrale idroelettrica con il parquet? Probabilmente no, a meno che, di straforo e cogliendo una delle (rare) occasioni in cui è stata aperta al pubblico, abbiate messo piede in quella di Crespi d'Adda.
Ebbene: è partito il conto alla rovescia perché questa centrale torni a spalancare le sue porte.
Ma non si tratta solo di mostrare le sue bellezze. La centrale che ha costituito il cuore pulsante di Crespi, del villaggio ideale voluto dai capitani d'industria, tornerà anche a funzionare. E con rendimenti tutt'altro che da museo.
Bella e utile, la centrale si avvia verso il recupero. Che è anche un restauro. Perché i Crespi non avevano badato a spese: quando nel 1908, abbandonando il funzionamento meccanico, hanno fatto costruire il polo idroelettrico per sfruttare la portata dell'Adda (qui arriva anche a 60 metri cubi al secondo), non solo l'hanno dotato di tre turbine all'avanguardia, ma hanno anche pensato per la sala macchine a un ambiente degno del contesto in cui si collocava. Ecco così parquet, affreschi, ceramiche sui muri. Una centrale dall'aspetto unico, in tema col villaggio che dal 1995 è patrimonio Unesco, e che ora vive sulla pelle segni di abbandono e non solo. Negli anni, infatti, è stata letteralmente presa d'assalto dai ladri di rame che hanno, poco alla volta, asportato anche i più piccoli tasselli (oltre all'orologio che dominava le sale, una scala a chiocciola e così via).
Ferma da 15 anni, perché i livelli di efficienza con quei macchinari erano quelli che erano, la centrale sull'Adda ora sarà recuperata. A dare il via all'operazione Adda Energi Srl, che in provincia sta portando avanti altre opere di ammodernamento di strutture idroelettriche (una su tutte quella di Fara d'Adda). Il manufatto è stato acquistato per mezzo milione di euro quando, a inizio anno, la Texfer (ex Legler) l'ha messo all'asta. Per ripristinarlo serviranno circa 3 milioni di euro. Per il rinnovo della concessione a produrre energia è appena arrivato il via libera del Parco Adda Nord, mentre è in corso la conferenza di servizi fra società, Comune, Provincia. Il progetto, come si vede anche dal via libera del Parco che a pochi chilometri da qui ha invece cassato i piani di tre nuove centrali fra Calusco e Paderno per via del loro impatto ambientale, è ritenuto «virtuoso» perché non influisce sul territorio. «Saranno fatte delle operazioni di pulitura dell'alveo e messa in sicurezza, ma tutto nel rispetto del contesto – chiosa Luca Gnali, presidente di Adda Energi –. È pieno il coinvolgimento della Soprintendenza per i Beni architettonici».
Quando potrà funzionare la centrale? Fra rinnovo concessione, progetti esecutivi e attuazione la stima è nel giro di un anno e mezzo. «Vorremmo mantenere i "gusci" delle turbine ma inserire macchinari nuovi, così si garantirà il rendimento», aggiunge Gnali. Il restauro sarà dispendioso, più che costruire un polo ex novo, ma c'è un pro sostanziale: la centrale già storicamente funzionava e quindi non crea impatto ambientale. E non si tratta di nuove concessioni, bensì di semplici riattivazioni.


Porthos

1 commento:

Meditate Gente ha detto...

Prendiamo esempio, piuttosto che continuare a costruire, è molto meglio recuperare il preesistente.

Meditate Gente