Una situazione molto complessa per il settore del cemento, il perdurare di una crisi che sembra non arrestarsi più: queste le motivazioni che hanno portato Italcementi Group, quinto produttore di cemento a livello mondiale, ad annunciare la richiesta di cassa straordinaria per crisi aziendale dovuta a evento imprevisto (che è poi l'allungarsi del ciclo di durata temporale della crisi stessa) in Italcementi e Ctg (Centro tecnico di gruppo). L'ammortizzatore è previsto per un anno e riguarda un massimo di 255 dipendenti, in buona parte concentrati nella Bergamasca (150), mentre i rimanenti sono nelle altre sedi italiane del gruppo.
È quanto emerso ieri a Roma in un incontro tra i vertici di Italcementi, le segreterie nazionali di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil e le Rsu del gruppo. Pur sorpresi dai provvedimenti, i sindacati sanno da tempo che il settore è in forte sofferenza nel suo complesso: a fronte di una capacità produttiva di 50-55 milioni di tonnellate annue dell'intero settore, l'anno 2011 si è chiuso con 31 milioni di tonnellate assorbite dal mercato. Per il 2012 le previsioni parlano di -1%. «L'azienda stessa – spiegano i sindacalisti – ci ha detto che non si tornerà più ai livelli del 2007, dove si erano assorbite 47 milioni di tonnellate».
Da parte del gruppo si rimarca come «la situazione del mercato in Italia – la peggiore da almeno otto anni a questa parte – impone anche a Italcementi misure per fronteggiare la crisi, che riguarderanno sia la sede centrale di Bergamo, sia le strutture produttive sul territorio. Come è sempre stato fatto da parte dell'azienda, tali misure saranno attuate con la massima attenzione verso le persone e contenendo il più possibile l'impatto sociale». Le misure, fa ancora notare Italcementi, «sono oggetto di accordo con le rappresentanze sindacali e dei lavoratori: è stato infatti firmato un verbale di accordo che consentirà di aprire l'iter per la richiesta della cassa straordinaria presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, motivata dall'imprevisto prolungarsi della crisi ben al di là dei normali cicli economici del settore».
Nello specifico a Bergamo e provincia il piano dovrebbe coinvolgere 80 dipendenti della sede cittadina di Italcementi spa, 60 persone al Centro tecnico di gruppo, più i 10 della cementeria di Calusco (per loro dovrebbe essere prevista la rotazione). Nelle sedi del resto d'Italia cassa per un massimo di 95 persone nella rete produttiva e 10 per il settore commerciale. Peraltro la ristrutturazione del gruppo, in cui oggi lavorano complessivamente oltre 22 mila persone, di cui 3.500 in Italia, riguarda anche Francia, Spagna, Belgio, Egitto e Usa.
Dal canto loro i sindacati definiscono la situazione «pesante»: «all'incontro l'azienda doveva parlarci degli assetti occupazionali per il 2012, questo era all'ordine del giorno – spiegano Ivan Comotti della Fillea e Umberto Giudici della Filca –. Si è profilata una situazione pesante che prevede un anno di cassa straordinaria per il 2012. L'azienda, dunque, ha intenzione di utilizzare lo strumento della cassa straordinaria per tutto il gruppo. Da parte nostra abbiamo chiesto che non si utilizzi solo quella ma anche contratti di solidarietà o la riduzione dell'orario di lavoro, cioè part time». Nei prossimi giorni sono previste assemblee sia a Calusco che a Bergamo. (fonte eco di bergamo)
È quanto emerso ieri a Roma in un incontro tra i vertici di Italcementi, le segreterie nazionali di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil e le Rsu del gruppo. Pur sorpresi dai provvedimenti, i sindacati sanno da tempo che il settore è in forte sofferenza nel suo complesso: a fronte di una capacità produttiva di 50-55 milioni di tonnellate annue dell'intero settore, l'anno 2011 si è chiuso con 31 milioni di tonnellate assorbite dal mercato. Per il 2012 le previsioni parlano di -1%. «L'azienda stessa – spiegano i sindacalisti – ci ha detto che non si tornerà più ai livelli del 2007, dove si erano assorbite 47 milioni di tonnellate».
Da parte del gruppo si rimarca come «la situazione del mercato in Italia – la peggiore da almeno otto anni a questa parte – impone anche a Italcementi misure per fronteggiare la crisi, che riguarderanno sia la sede centrale di Bergamo, sia le strutture produttive sul territorio. Come è sempre stato fatto da parte dell'azienda, tali misure saranno attuate con la massima attenzione verso le persone e contenendo il più possibile l'impatto sociale». Le misure, fa ancora notare Italcementi, «sono oggetto di accordo con le rappresentanze sindacali e dei lavoratori: è stato infatti firmato un verbale di accordo che consentirà di aprire l'iter per la richiesta della cassa straordinaria presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, motivata dall'imprevisto prolungarsi della crisi ben al di là dei normali cicli economici del settore».
Nello specifico a Bergamo e provincia il piano dovrebbe coinvolgere 80 dipendenti della sede cittadina di Italcementi spa, 60 persone al Centro tecnico di gruppo, più i 10 della cementeria di Calusco (per loro dovrebbe essere prevista la rotazione). Nelle sedi del resto d'Italia cassa per un massimo di 95 persone nella rete produttiva e 10 per il settore commerciale. Peraltro la ristrutturazione del gruppo, in cui oggi lavorano complessivamente oltre 22 mila persone, di cui 3.500 in Italia, riguarda anche Francia, Spagna, Belgio, Egitto e Usa.
Dal canto loro i sindacati definiscono la situazione «pesante»: «all'incontro l'azienda doveva parlarci degli assetti occupazionali per il 2012, questo era all'ordine del giorno – spiegano Ivan Comotti della Fillea e Umberto Giudici della Filca –. Si è profilata una situazione pesante che prevede un anno di cassa straordinaria per il 2012. L'azienda, dunque, ha intenzione di utilizzare lo strumento della cassa straordinaria per tutto il gruppo. Da parte nostra abbiamo chiesto che non si utilizzi solo quella ma anche contratti di solidarietà o la riduzione dell'orario di lavoro, cioè part time». Nei prossimi giorni sono previste assemblee sia a Calusco che a Bergamo. (fonte eco di bergamo)
Porthos
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