E' apparso sul sito comunale una lettera del sig. sindaco dove il primo cittadino cerca di spiegare la vicenda della società zam e della richiesta milionaria di danni della stessa. Personalmente dopo aver letto la sentenza del tar e aver consultato un giurista mi sento di affermare che nella esposizione dei fatti del signor sindaco c'è qualcosa che non quadra. Lascio comunque agli attenti lettori la possibilità di esprimere una propria idea sulla vicenda.
Sono recentemente apparse sulla stampa locale notizie relative al ricorso al TAR proposto dal Comune di Calusco d’Adda nei confronti della Provincia di Bergamo relativamente ad un impianto fotovoltaico a terra da installarsi in località Baccanello.
Al fine di interrompere il diffondersi di notizie e interpretazioni totalmente prive di fondamento, desidero con il presente comunicato riassumere l’iter dell’intera vicenda.
In data 09/01/2010, venivo contattato da un rappresentante della Ditta Zam srl che mi esponeva la sua intenzione di installare un parco fotovoltaico a terra, in località Baccanello, su un terreno di 19.500 mq situato in Via alle Cascine. L’incontro era soltanto informativo, in quanto la competenza per il rilascio delle necessarie autorizzazioni ricadeva per intero sulla Provincia di Bergamo.
Durante l’incontro esprimevo le mie perplessità sulla scelta di quella particolare zona, naturalmente verde e integra dal punto di vista del paesaggio e mi rendevo disponibile a cercare altre soluzioni in zone degradate o, in alternativa, a cercare coperture di tetti o capannoni disponibili su cui installare gli impianti.
Mi era sembrato corretto, avendo a cuore Calusco, proporre una soluzione alternativa che, senza ledere gli interessi di impresa, mantenesse integra una delle aree più belle del nostro territorio. Ero cioè certo che, se l’interesse fosse stato quello di realizzare l’impianto e non di fare una mera speculazione economica, la soluzione ottimale si sarebbe potuta trovare. Proposta che, però, la ditta Zam non ha accolto.
Sentito il parere della giunta, sono stati incaricati l’Arch. Balbo e la Dott.ssa Panseri, esperti di questioni ambientali, di fare una valutazione di impatto ambientale dell’impianto su quel territorio e di fornirmi argomentazioni sia normative che tecniche, da presentare nella Conferenza dei Servizi (tenutasi in Provincia il 22/06/2010)per meglio dimostrare che le mie perplessità erano basate su argomenti concreti e non su pregiudiziali personali di tipo sentimentale o ideologico.
In tale sede, forte delle emerse motivazioni ambientali di cui alla relazione dei citati professionisti che appoggiavano in pieno le mie considerazioni, ho espresso il mio parere negativo alla realizzazione dell’impianto in quella località, pur mantenendo la mia disponibilità a trovare aree alternative.
La Provincia di Bergamo, in base alla normativa nazionale vigente, ha ritenuto non determinanti le argomentazioni del Comune e, in occasione di un ulteriore seduta di Conferenza dei Servizi, tenutasi a Bergamo in data 15/07/2010, si è dichiarata favorevole all’impianto.
Tuttavia l’autorizzazione, ad avviso del Comune, non conteneva alcune prescrizioni previste dalla normativa nazionale e dalla disciplina regionale. In particolare si riteneva che mancasse una garanzia fideiussoria per la manutenzione dell’impianto e la sua rimozione al termine del ciclo produttivo, garanzia necessaria per garantire al Comune il ripristino ambientale al momento della dismissione dell’impianto. A questo punto, sentita la giunta, ho ritenuto opportuno effettuare il ricorso al TAR contro la Provincia per tutelare le ragioni del territorio.
L’impresa ZAM era titolare dell’autorizzazione e poteva costruire l’impianto fin dal 2010. Sennonché l’impresa ha evitato di presentare alcuna dichiarazione di inizio attività.
In tale contesto, il Comune, anche per evitare di causare eccessivi contrasti, sia con la Provincia, sia con l’impresa, evitava di chiedere al TAR di sospendere l’autorizzazione.
La ditta Zam era quindi nelle condizioni di realizzare gli impianti, se solo lo avesse voluto e la scelta di non procedere ancora non l’ho capita, visto che l’autorizzazione era ormai stata rilasciata.
Però la ditta, che non ha ritenuto di realizzare l’impianto per ragioni ignote, pensa sia conveniente realizzare un utile di impresa chiedendo il risarcimento dei danni a me, per un ricorso presentato per tutelare le ragioni del territorio, piuttosto che realizzare ciò che poteva realizzare.
ZAM sostiene che il ricorso avrebbe fatto perdere il finanziamento bancario necessario alla realizzazione dell’impianto. In realtà il costo dell’impianto, dal momento della presentazione della richiesta di autorizzazione al momento del suo rilascio, era aumentato esponenzialmente perché il prezzo dei pannelli fotovoltaici, nell’autunno 2010 aveva raggiunto il suo massimo storico.
Tuttavia a prescindere dalle ragioni per cui ZAM non ha ritenuto di realizzare ciò che le era stato concesso di realizzare, ZAM ha proposto una causa risarcitoria non contro il Comune per un’azione amministrativa, ma contro il Signor Colleoni. Sono cioè citato in giudizio personalmente e non come rappresentante dell’Ente pubblico.
La differenza non è di poco conto!
Se passasse questo principio, ogni sindaco sarebbe facilmente ricattabile da tutti coloro che, sentendosi danneggiati da una decisione amministrativa sfavorevole, cercherebbero di cambiarla con la minaccia di una denuncia per danni.
E questo con buona pace della salvaguardia della giustizia e degli interessi generali di una collettività.
Quindi la cittadinanza stia tranquilla. Il comune non rischia nulla. La richiesta di danno è nei confronti della mia persona, non del Sindaco. Richiesta che ammonta a 6.000.000,00€ di risarcimento e che sarebbe difficile ripianare utilizzando la cospicua indennità mensile di sindaco di 1.100,00€ lordi.
Come sindaco, posso solo dire che sicuramente è meno faticoso citare per danni qualcuno in giudizio che lavorare per realizzare un’impresa. Ma questa è solo una mia opinione.
E’ di recente notizia la decisione del TAR di Brescia di rigettare il ricorso del Comune di Calusco d’Adda. Stiamo al momento valutando l’opportunità di ricorrere ulteriormente al Consiglio di Stato.
Questi i fatti e questa è la denuncia “personale” che mi è arrivata da parte della Ditta Zam con relativa richiesta di risarcimento.
Spero che questa ricostruzione dei fatti, con qualche aggiuntiva nota personale di commento, faccia chiarezza a aiuti a riflettere su questa “poco edificante vicenda”.
Gli avvocati della mia assicurazione stanno facendo il loro lavoro e sono sicuro che tutto si concluderà nel migliore dei modi.
Ho voluto condividere con tutti voi caluschesi le motivazioni ed il giudizio della mia scelta perché, come sindaco, il vostro giudizio sulla mia persona è più importante di quello di qualunque altro tribunale. E’ il solo che conta!
Sono tuttavia convinto che il mio sia stato un comportamento corretto, sia da un punto di vista amministrativo che politico.
Sono sicuro che Baccanello sta a cuore non solo a me e a chi ci abita. Amare Calusco vuol dire anche cercare di salvaguardare le cose belle che ci sono. E questo senza essere un integralista ambientalista, ma cercando di tutelare gli interessi economici con quelli generali.
Al fine di interrompere il diffondersi di notizie e interpretazioni totalmente prive di fondamento, desidero con il presente comunicato riassumere l’iter dell’intera vicenda.
In data 09/01/2010, venivo contattato da un rappresentante della Ditta Zam srl che mi esponeva la sua intenzione di installare un parco fotovoltaico a terra, in località Baccanello, su un terreno di 19.500 mq situato in Via alle Cascine. L’incontro era soltanto informativo, in quanto la competenza per il rilascio delle necessarie autorizzazioni ricadeva per intero sulla Provincia di Bergamo.
Durante l’incontro esprimevo le mie perplessità sulla scelta di quella particolare zona, naturalmente verde e integra dal punto di vista del paesaggio e mi rendevo disponibile a cercare altre soluzioni in zone degradate o, in alternativa, a cercare coperture di tetti o capannoni disponibili su cui installare gli impianti.
Mi era sembrato corretto, avendo a cuore Calusco, proporre una soluzione alternativa che, senza ledere gli interessi di impresa, mantenesse integra una delle aree più belle del nostro territorio. Ero cioè certo che, se l’interesse fosse stato quello di realizzare l’impianto e non di fare una mera speculazione economica, la soluzione ottimale si sarebbe potuta trovare. Proposta che, però, la ditta Zam non ha accolto.
Sentito il parere della giunta, sono stati incaricati l’Arch. Balbo e la Dott.ssa Panseri, esperti di questioni ambientali, di fare una valutazione di impatto ambientale dell’impianto su quel territorio e di fornirmi argomentazioni sia normative che tecniche, da presentare nella Conferenza dei Servizi (tenutasi in Provincia il 22/06/2010)per meglio dimostrare che le mie perplessità erano basate su argomenti concreti e non su pregiudiziali personali di tipo sentimentale o ideologico.
In tale sede, forte delle emerse motivazioni ambientali di cui alla relazione dei citati professionisti che appoggiavano in pieno le mie considerazioni, ho espresso il mio parere negativo alla realizzazione dell’impianto in quella località, pur mantenendo la mia disponibilità a trovare aree alternative.
La Provincia di Bergamo, in base alla normativa nazionale vigente, ha ritenuto non determinanti le argomentazioni del Comune e, in occasione di un ulteriore seduta di Conferenza dei Servizi, tenutasi a Bergamo in data 15/07/2010, si è dichiarata favorevole all’impianto.
Tuttavia l’autorizzazione, ad avviso del Comune, non conteneva alcune prescrizioni previste dalla normativa nazionale e dalla disciplina regionale. In particolare si riteneva che mancasse una garanzia fideiussoria per la manutenzione dell’impianto e la sua rimozione al termine del ciclo produttivo, garanzia necessaria per garantire al Comune il ripristino ambientale al momento della dismissione dell’impianto. A questo punto, sentita la giunta, ho ritenuto opportuno effettuare il ricorso al TAR contro la Provincia per tutelare le ragioni del territorio.
L’impresa ZAM era titolare dell’autorizzazione e poteva costruire l’impianto fin dal 2010. Sennonché l’impresa ha evitato di presentare alcuna dichiarazione di inizio attività.
In tale contesto, il Comune, anche per evitare di causare eccessivi contrasti, sia con la Provincia, sia con l’impresa, evitava di chiedere al TAR di sospendere l’autorizzazione.
La ditta Zam era quindi nelle condizioni di realizzare gli impianti, se solo lo avesse voluto e la scelta di non procedere ancora non l’ho capita, visto che l’autorizzazione era ormai stata rilasciata.
Però la ditta, che non ha ritenuto di realizzare l’impianto per ragioni ignote, pensa sia conveniente realizzare un utile di impresa chiedendo il risarcimento dei danni a me, per un ricorso presentato per tutelare le ragioni del territorio, piuttosto che realizzare ciò che poteva realizzare.
ZAM sostiene che il ricorso avrebbe fatto perdere il finanziamento bancario necessario alla realizzazione dell’impianto. In realtà il costo dell’impianto, dal momento della presentazione della richiesta di autorizzazione al momento del suo rilascio, era aumentato esponenzialmente perché il prezzo dei pannelli fotovoltaici, nell’autunno 2010 aveva raggiunto il suo massimo storico.
Tuttavia a prescindere dalle ragioni per cui ZAM non ha ritenuto di realizzare ciò che le era stato concesso di realizzare, ZAM ha proposto una causa risarcitoria non contro il Comune per un’azione amministrativa, ma contro il Signor Colleoni. Sono cioè citato in giudizio personalmente e non come rappresentante dell’Ente pubblico.
La differenza non è di poco conto!
Se passasse questo principio, ogni sindaco sarebbe facilmente ricattabile da tutti coloro che, sentendosi danneggiati da una decisione amministrativa sfavorevole, cercherebbero di cambiarla con la minaccia di una denuncia per danni.
E questo con buona pace della salvaguardia della giustizia e degli interessi generali di una collettività.
Quindi la cittadinanza stia tranquilla. Il comune non rischia nulla. La richiesta di danno è nei confronti della mia persona, non del Sindaco. Richiesta che ammonta a 6.000.000,00€ di risarcimento e che sarebbe difficile ripianare utilizzando la cospicua indennità mensile di sindaco di 1.100,00€ lordi.
Come sindaco, posso solo dire che sicuramente è meno faticoso citare per danni qualcuno in giudizio che lavorare per realizzare un’impresa. Ma questa è solo una mia opinione.
E’ di recente notizia la decisione del TAR di Brescia di rigettare il ricorso del Comune di Calusco d’Adda. Stiamo al momento valutando l’opportunità di ricorrere ulteriormente al Consiglio di Stato.
Questi i fatti e questa è la denuncia “personale” che mi è arrivata da parte della Ditta Zam con relativa richiesta di risarcimento.
Spero che questa ricostruzione dei fatti, con qualche aggiuntiva nota personale di commento, faccia chiarezza a aiuti a riflettere su questa “poco edificante vicenda”.
Gli avvocati della mia assicurazione stanno facendo il loro lavoro e sono sicuro che tutto si concluderà nel migliore dei modi.
Ho voluto condividere con tutti voi caluschesi le motivazioni ed il giudizio della mia scelta perché, come sindaco, il vostro giudizio sulla mia persona è più importante di quello di qualunque altro tribunale. E’ il solo che conta!
Sono tuttavia convinto che il mio sia stato un comportamento corretto, sia da un punto di vista amministrativo che politico.
Sono sicuro che Baccanello sta a cuore non solo a me e a chi ci abita. Amare Calusco vuol dire anche cercare di salvaguardare le cose belle che ci sono. E questo senza essere un integralista ambientalista, ma cercando di tutelare gli interessi economici con quelli generali.
Colleoni Dr. Roberto
Porthos
14 commenti:
Premesso che per il Sindaco di Calusco non provo parrticolare simpatia, a mio parere, posto che l'autorizzazione era stata data, l'impianto poteva essere realizzato, sempre ammesso che il ricorso del Comune non fosse tecnicamente ostativo.
Comunque se il ricorso al TAR era del Comune contro la Provincia, non vedo a quale titolo la Zam possa avanzare pretese verso il cittadino Colleoni. Semmai poteva azzardare un giudizio contro il Comune e, se l'avesse vinto, si poteva ipotizzare il reato erariale nei confronti di coloro i quali avevano preso le decisioni scorrette (Sindaco e Giunta).
Se le premesse sono corrette, penso che si possa opporre la "lite temeraria" nei confronti della Zam con conseguente richiesta di danni da parte del cittadino Colleoni impropriamente chiamato in giudizio.
trisAl Dott. Colleoni va tutta la mia stima e stia tranquillo che la mia opinione positiva su di Lei non verrà meno, anzi la sosterro' in questa battaglia
Sicuramente ci sarà chei non aspettava altro per affondare la lama del suo coltello e per sfogare la propria ignoranza con commenti che non saranno degni nemmeno di essere letti.
Non si preoccupi, non li legga, non li consideri.
Con affetto e stima
Antonio
anche se il ricorso non bloccasse formalmente il tutto, il fatto è che la banca, con un ricorso in essere, blocca tutti i finanziamenti previsti.
il tempo è passato attendendo la sentenza, ma a quel punto era troppo tardi per gli incentivi.
poi a me risulta che il costo dei pannelli sia sceso, e non salito.
Affetto...affetto il salame. Antonio, dagli anche un bacio in bocca.....che schifooooo!!!!
Amare calusco, vuol dire anche: interessarsi, quando al primo temporale estivo, dai campi limitrofi al provinciale fuoriescono acqua e fango allagando le vie limitrofe. Interessarsi vuol dire: fare in modo che venga fatto un fosso,o meglio, interessarsi sul chi tocchi farlo e fare in modo che venga fatto. Ciò non centra nulla col post, ma quando si usano certe espressioni come "amare calusco"; non fa male ricordare che a volte calusco non la si ama.
Ma non diciamo eresie, il signor Sindaco quando blocca un progetto o fa ricorso al TAR lo fa come amministratore e non come semplice cittadino, quindi è impensabile che la ditta si rivalga solo sul cittadino Colleoni e non sul Sindaco Colleoni. Se così non fosse il Sindaco in questa sua battaglia personale avrebbe preso dei suoi avvocati e non certo quelli del comune, come invece è avvenuto. Si decisamente nelle affermazioni del sig. Sindaco c'è qualcosa che non quadra.
Ma come è possibile credere alle parole del Sindaco e alla sua anima ambientalista, quando lui in primis è stato uno dei fautori dell'uscita di Calusco dal PLIS. E' inutire riempirsi la bocca di belle parole quali: tutela e ambiente da salvaguardare quando l'area interessata al progetto non è più tutelata per opera sua.
Ma se tutti noi, anzichè scrivere commenti gratuiti su questo blog facessimo qualcosa per il nostro paese? Anzichè criticare e basta , rimboccarsi le maniche e fare volontariato? se veramente si amasse Calusco si farebbe qualcosa,non solo critiche e basta.
Essere sindaco non è certo facile se i cittadini penmsano solo a criticare e non ad aiutare.
Ultimo anonimo penso che esprimere una opinione sia ancora possibile in questo paese, se poi sono motivate meglio ancora. E poi detto tra noi uno riceve in funzione di quello che da.
Max
Porthos, dalla tua analisi fatta anche consultando un giurista, cosa non quadra nella vicenda? grazie!
Fare il sindaco non è facile, ma farlo con faciloneria risulta molto facile al nostro sindaco. Ora veste i panni dell'eroe che si prodiga per il salvataggio del paese, perchè "lo ama", ma ama soltanto chi la pensa come lui? Ama i lontani alla "aiutiamoli a casa loro"? Amai il prossimo suo (nel senso di chi viene sempre dopo a chi gli sta di fronte)? Ama avere tanti nemici perchè fa tanto ONORE? Che c..zo ama questo sindaco? Per conto mio ama trastullarsi in sogni che gli procurano quella sorta di paranoia per cui si ha sempre bisogno di un nemico per esistere! Altro che pace dentro al cuore!
ultimo anonimo
e tu cosa ami ? solo la tua ignoranza e presunzione ?
ami solo criticare e accusare per il gusto di farlo?
Mi fai pena, ma purtroppo incarni il vecchio comunista becero.
Peccato pensavo fosse una razza estinta
Massimo
Ragazzi per amministrare bisogna avere qualche capacità e soprattutto umiltà, ma la banda braccobaldo che ha amministrato il paese in questi anni non sa nemmeno cosa sia questa parola.
Antonio
Massimo, mi attengo ai fatti!
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