venerdì 27 aprile 2012

COMUNICATO STAMPA: Diciamo SI a un protocollo di intenti tra Italcementi SpA ed i Sindaci del Territorio ma diciamo NO a questa rinuncia del nostro ruolo.

Il prossimo 4 Maggio è prevista la firma tra i sindaci del Territorio ed Italcementi SpA in merito al protocollo di compensazioni ambientali per l’utilizzo di combustibili alternativi (CDR – Combustibili Derivati da Rifiuti) presso lo stabilimento di proprietà di Italcementi S.p.a. di Calusco d’Adda.
Per noi, firmare, così com’è, il protocollo che Italcementi ci presenta oggi, non è possibile; sarebbe un’offesa al nostro ruolo di Sindaci e un tradimento nei confronti del territorio di cui noi dobbiamo farci garanti e di cui Italcementi è ospite!
Diciamo no, soprattutto, perchè tradisce lo spirito di dialogo e dell'interesse comune nel tutelare il territorio e i cittadini che lo abitano.
Tradisce la regola morale ed etica che dovrebbe guidare ogni azione umana, sia che essa provenga dagli amministratori sia che essa provenga dagli imprenditori: il bene comune! E se vogliamo usare un linguaggio familiare ad una multinazionale, ricordiamo ad Italcementi che oltre ad avere degli stockholder ha anche degli stakeholder: una azienda seria e moderna non deve limitarsi a fare gli interessi dei suoi azionisti ma di tutti i portatori di interessi legati a questa azienda compreso quindi il territorio in cui opera.
Con questo protocollo si chiede ai sindaci di rinunciare al dovere di tutelare la salute pubblica, tutela che è tra i compiti primari di qualunque Sindaco e che non si può disciplinare con un paragrafo di un protocollo, richiesta vessatoria e inutile, che umilia e svilisce la figura del Sindaco: questo diritto/ dovere non si vende ad una multinazionale.
Il nostro intento mirava non tanto ad una monetizzazione, ma a uno sviluppo di azioni positive per il territorio. E la riattivazione dello scalo ferroviario previsto nel protocollo, e voluto fortemente dai Sindaci, va proprio in quella direzione e potrebbe essere ritenuto un successo di intenti “comuni” tra amministrazioni pubbliche e aziende private.
Con la firma al protocollo come ci è stato proposto oggi, si tradisce anche lo spirito del tavolo territoriale e di agenda 21 che da molti anni si poneva l'obbiettivo di interloquire alla pari con Italcementi e di condividere con la ditta un percorso di crescita culturale, sociale, economico ed etico del territorio nella quale essa è inserita.
La crisi economica che stiamo attraversando deriva proprio anche da questi atteggiamenti unilaterali e limitati che guardano solo all'interesse economico e mai a quello dell'interesse sociale generale della cittadinanza.
Spiace aver lavorato per sette anni, aver speso energie, pensiero, tempo e competenze per aver creduto che Italcementi si sarebbe evoluta anche sotto il profilo umano, culturale e relazionale. Prendiamo atto che ad oggi Italcementi resta un'impresa con tecnologie all’avanguardia, profitti alti ma con modalità operative e di relazione tipiche della metà del novecento!
Con questo intervento confidiamo in un scatto di dignità e di responsabilità da parte di Italcementi perché ci ripensi e riconosca al nostro territorio il ruolo di interlocutori seri e rispettabili entrando così nel 21 secolo anche per quanto riguarda i rapporti industriali.



M. Carla Rocca - Sindaco di Solza
Valter Motta - Sindaco di Paderno d’Adda



Porthos

3 commenti:

Attilio ha detto...

Non conosco la proposta fatta da Italcementi ma, vista la situazione attuale di altissimo livello di inquinamento, concordo con un tono del discorso che evoca la massima attenzione a non farsi trascinare dalla sola ricerca del sempre maggiore guadagno aziendale in barba alle esigenze di chi vive accanto al polo produttivo.

Parlando di CDR vorrei inoltre mettere una pulce nell'orecchio di tutti: siamo sicuri che quello che viene bruciato sia CDR regolarmente selezionato? Girano voci di ecoballe frettolosamente confezionate nell'ambito delle numerose emergenze ambientali occorse negli ultimi anni, assolutamente inadatte ad essere classificate con questo nome...
Se qualcuno ha l'autorità per smentire, gradirei lo facesse con dati attendibili alla mano.
Saluti.

trediori ha detto...

Assurdo o allucinante è indifferente ... Abbiamo un'inceneritore in paese e nessuna delle giunte (nemmeno gli ignari paesani)si sono mai opposti a tutto questo. Le vittime possiamo incontrarle nei cimiteri e sicuramente i medici non cercano clamori perché saranno ben unti da chi di dovere, anche per non creare inutili allarmismi. Adesso che l'edilizia è in crisi, serve un modo alternativo per "guadagnare", allora occorre bruciare CDR o altre nefandezze per mantenere alto il profitto è l'alternativa. Mi raccomando nessuno si ribelli a tutto questo per non offendere la sensibilità del consiglio d'amministrazione o quella dei proprietari che abiteranno talmente lontano da Calusco per non preoccuparsi della loro salute o quella dei loro famigliari, e godersi il frutto del loro "lavoro". Pensare che nel resto d'Italia si combatte per non farsi costruire inceneritori nei pressi delle città, noi per assurdo lo abbiamo dentro casa. Fermiamoli prima che sia troppo tardi per tutti !!!

Anonimo ha detto...

Stiamo partendo con un comitato; ma per ottenere qualcosa serve la partecipazione di tutti!!!
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