lunedì 26 ottobre 2009

A proposito di PLIS

La vera storia del PLIS del Monte Canto
Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Monte Canto e del Bedesco
Le origini – 1993/1994
Sotto l’impulso del Comune di Carvico si inizia un programma di pulitura dei sentieri, allestimento di bacheche, visite organizzate sulla flora e sulla morfologia del terreno e distribuzione di depliant. A questa iniziativa aderiscono i Comuni di Ambivere, Mapello, Pontida, Sotto il Monte e Villa d’Adda.
L’idea del PLIS – 1999
Carvico e Villa d’Adda lanciano l’idea di un Parco Locale di Interesse Sovracomunale fra i due comuni, vale a dire una libera convenzione tra comuni con l’intento di riservare parte del loro territorio ad uso di Parco così da creare un polmone verde nell’estremo nord dell’Isola Bergamasca. I comuni di Ambivere, Calusco d’Adda, Mapello, Sotto il Monte, Pontida, Terno d’isola, Chignolo d’Isola e Solza chiedono l’adesione al progetto del PLIS che, a quel punto, prende la denominazione di Parco del Monte Canto e Del Bedesco.
Il PLIS prende forma – 2003/2004
Da parte della provincia c’è il riconoscimento ufficiale dell’esistenza del PLIS. Questo si accompagna, nel 2004, alla presentazione di 7 obiettivi (potete trovarli per esteso sul nostro sito) che rappresentano il progetto del Monte Canto e che la Regione Lombardia fa propri inserendoli come progetto pilota per lo sviluppo della “Collina Lombarda”.
Lo STER chiede alla Regione Lombardia il finanziamento di tre progetti ambientali in provincia di Bergamo:
- Miniere di Clusone;
- Bosco in Città di Bergamo (attorno al nuovo ospedale);
- Progetto della Collina Lombarda: il PLIS del Monte Canto e Del Bedesco.
Quest’ultimo viene inserito nel programma triennale della Regione Lombardia 2005-2008, la quale si dice pronta a finanziare il progetto con 4 milioni di euro e ne anticipa 300.000 € per mettere alla prova i Comuni sulla gestione del progetto.
Il primo obiettivo: il recupero ambientale – 2005/2007
Dei 7 obiettivi il primo e più urgente è la “Sistemazione dei boschi del Canto”. Il terreno, franoso ed instabile, soffre dell’incuria in cui è lasciato. E’ necessario procedere ad un taglio selettivo del bosco per stabilizzare il terreno. Questo taglio selettivo, secondo i calcoli dell’ERSAF e della STER, è in grado di fornire 7000 tonnellate di legna/anno continuativamente (considerando il tempo di crescita e rinnovo del bosco).
Con una quantità di legna di questo genere è possibile, si calcola, alimentare 14 centrali a biomassa tra le 250 e gli 800 kW termici in grado di riscaldare, tramite teleriscaldamento, gli edifici pubblici di tutti i comuni che formano il PLIS.
Come progetto pilota si decide di partire con la costruzione di una centrale a Calusco d’Adda.
Le amministrazioni, con Carvico comune capofila, riuniscono gli agricoltori locali. A questi viene proposto di provvedere al taglio della legna garantendo un pagamento di 6,5 €/quintale (contro un valore di acquisto della legna sul mercato di 4 €/quintale), vista la difficoltà di raccolta della legna su pendici come quelle del Monte Canto.
Il tutto si inquadra nella volontà di sviluppare una filiera del legno corta, che permetta cioè ai coltivatori e alle amministrazioni locali di beneficiare delle risorse naturali presenti nel loro stesso territorio: gli agricoltori tagliano la legna ottenendone un reddito à il comune la brucia producendo calore con cui scaldare i propri edifici, garantendosi un risparmio e migliorando la propria impronta ecologica à il bosco si mantiene pulito ed il nostro territorio collinare si assesta.
Cosa non funziona? Gli agricoltori coordinati dalle loro associazioni di categoria, in particolare dalla Coldiretti, in un primo momento si dicono d’accordo. Poi, al momento della firma dell’accordo, per scelte ancora non chiare, gli agricoltori locali non procedono alla firma.
A questo punto l’ERSAF, gestore dei soldi della Regione, si trova costretta a dare in gara il taglio del bosco tramite procedura regionale. L’appalto viene vinto da un’impresa di boscaioli di Varese. Vengono individuati i primi 300.000 m2 di bosco: il taglio produce una quantità di legna pari a 1.200 tonnellate. La legna così raccolta è sufficiente al funzionamento della centrale a biomassa per un totale di circa tre anni. In questi tre anni vengono via via tagliati, per manutenzione da parte dei comuni, altre 300 tonnellate di legna. Questo quantitativo permette di coprire tutte le stagioni di riscaldamento sino all’inverno 2009-2010
Il blocco del PLIS – 2005/2009
Nel 2005 con il cambio delle amministrazioni, due comuni (Sotto il Monte e Pontida), ostacolano i progetti e gli obiettivi del PLIS con accuse quali il costo eccessivo. Rifiutano o ritardano i pagamenti già deliberati dal comune Capofila. Non approvano in tempi rapidi il nuovo statuto voluto da loro stessi. Sotto il Monte in particolare, ha ritardato di tre anni l’approvazione delle modifiche, da loro stessi volute, dello statuto, di fatto paralizzando il funzionamento del PLIS.
Questa politica di insistenti rinvii e indecisioni è continuata sino ad oggi.
La situazione attuale – Ottobre 2009
I Sindaci di Pontida, Sotto il Monte e Carvico sono usciti con dichiarazioni sulla inutilità del PLIS e sulla proposta di chiudere definitivamente la convenzione.
Il Sindaco del Comune di Calusco d’Adda asserisce che la legna utilizzata nella centrale a biomassa del suo comune non provenga dal Monte Canto.
A questo punto è opportuno ribattere:
I Sindaci che più hanno ostacolato il funzionamento del PLIS oggi si lamentano della sua inutilità;
L’amministrazione di Calusco d’Adda si lamenta della fragilità della filiera della legna corta e poi non fa niente per far funzionare l’unico strumento, il PLIS, in grado di renderla possibile.
Solo la centrale di Calusco D’Adda, sostituendo le centrali a metano esistenti, ha permesso il risparmio di 120.000 metri cubi di metano/anno, con un notevolissimo abbattimento delle emissioni di gas a effetto serra. Le due amministrazioni che hanno costruito all’interno del perimetro del Monte Canto sono state:
Le amministrazioni di Sotto il Monte (vedi Piano di Lottizzazione della Botta)
Le amministrazioni di Pontida (zona Faida) con la concessione per la realizzazione del Centro Benessere e la conseguente chiusura del sentiero che permetteva il transito nei boschi di quella località. A questo punto si capisce cosa queste amministrazioni intendano per “gestione del nostro territorio” e per “sviluppo sostenibile”.
Si capisce perché non vogliano il PLIS e perché puntino a confondere le acque.



Porthos

3 commenti:

ORSO45 ha detto...

Hanno omesso la questione dell'acquisto del borgo e dei terreni di Pontida pagato coi denari di alcuni Comuni, della Provincia di Bergamo e della Regione ma che risultano di proprietà esclusiva di quest'ultima.
Capita quando non se ne ha la proprietà di scordarsi parzialmente del patrimonio, ma in questo caso la questione è parte non marginele della contesa e, forse, andava indicata.
Quanto alla legna, parrebbe che i progetti fossero un tantino azzardati in riferimento alle quantità disponibili, o no?

Anonimo ha detto...

anche fuori calusco c'è chi la pensa diversamente da te Porthos.
http://www.TERRADADDA.IT

Simone ha detto...

Il mondo è bello perchè è vario, e ognuno può esprimere le proprie opinioni. Sta poi a noi lettori fare le debite conclsioni.
Le campane vanno sentite tutte. Evitando però di raccontare balle come quelle scritte sui giornali dove si afferma che la legna del Canto è finita e che a Calusco per la caldaia si usa legna proveniente dall'estero.


Simone