Si spengono nel terzo trimestre i segnali di ripresa di fine primo semestre. Pesano, secondo l'Italcementi, le politiche restrittive sui bilanci pubblici nei Paesi industrializzati, mentre la minore domanda ha comportato, in alcuni mercati, una significativa pressione concorrenziale sui prezzi. Il risultato è che il terzo trimestre ha visto per il gruppo guidato dal consigliere delegato Carlo Pesenti una flessione dei ricavi del 4% a 1,21 miliardi con un risultato operativo in calo del 37% a 105,4 milioni e un utile di periodo sceso del 45,1% a 51,68 milioni.
Interventi sull'efficienza
Complessivamente, nei primi nove mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2009, i ricavi del gruppo sono scesi del 4,7% a 3,66 miliardi. A parità di cambi e di perimetro risulta una flessione del 6,7% che ha interessato in particolare Italia, Bulgaria e Spagna, mentre è stato positivo l'andamento in Thailandia, Cina e Kazakistan. Riguardo ai volumi il settore cemento (meno 2,4% a 41,2 milioni di tonnellate) mostra una sostanziale stabilità nei Paesi emergenti e un calo in quelli industrializzati, mentre le vendite di inerti sono scese del 3,3% a a 28,7 milioni. Crescono invece quelle di calcestruzzo (più 1,9% a 8,6 milioni di metri cubi) dove l'incremento nei Paesi emergenti compensa le flessioni in Spagna e Grecia.
Il proseguimento delle azioni per il miglioramento dell'efficienza industriale, nonostante un aumento dei costi variabili, in particolare quelli energetici, ha intanto permesso un contenimento dei costi operativi, anche se non sufficiente a compensare l'effetto negativo sul risultato operativo (meno 25,1% a 303,3 milioni) derivante dalla riduzione dei ricavi. Da segnalare anche un contributo positivo di 45,4 milioni derivante dalle vendite di diritti di emissione di anidride carbonica eccedenti rispetto al fabbisogno delle attività produttive. L'utile di periodo si è contratto del 39,7% a 133,4 milioni. Il miglior andamento di aziende con soci di minoranza rispetto a quelle dove il gruppo è spesso azionista unico comporta che il risultato di competenza di terzi (meno 2,5% a 114 milioni) tiene rispetto alla caduta del risultato di competenza del gruppo (meno 82,2% a 18,4 milioni).
Prudenza per fine anno
L'«accentuazione della volatilità» secondo il gruppo condizionerà anche gli ultimi mesi del 2010. «In questo mutevole contesto, il risultato atteso continuerà a risentire del non favorevole andamento dei Paesi maturi, ed in particolare dello sfavorevole impatto derivante dall'erosione dei prezzi in Italia rispetto all'anno precedente - si legge in una nota del gruppo -. Pertanto i progressi attesi nell'ultimo trimestre nei Paesi emergenti potrebbero non essere sufficienti a compensare l'erosione dei risultati prevedibile nei Paesi industrializzati».
Sul piano patrimoniale, a fronte di investimenti industriali per 360,8 milioni, l'attenta gestione dell'attività finanziaria - l'aumento del 6,7% a 86,9 milioni degli oneri finanziari netti è legato a costi una tantum per 21,4 milioni a seguito del rimborso anticipato delle «notes» emesse negli Stati Uniti - ha permesso una riduzione da inizio anno di 62,9 milioni dell'indebitamento sceso così a fine settembre a 2.357 milioni. Il patrimonio netto è invece salito a 4,894,2 milioni dai 4.692,2 di fine anno.
In Ciments Français, alla quale fanno capo le partecipazioni internazionali, i primi nove mesi si sono chiusi con un calo dei volumi del 2,3% per il cemento e del 3,3% per gli inerti, mentre sono saliti dell'1,9% quelli del calcestruzzo. Al 30 settembre i ricavi consolidati sono calati dell'1,3% a 3,19 miliardi (meno 3,8% a perimetro e effetti cambi comparabili), mentre il risultato netto complessivo è sceso del 13,6% a 253,4 milioni.
Ieri il Cda di Ciments Français, nell'ambito del piano di semplificazione della struttura, ha approvato il progetto di fusione per incorporazione di Société Internationale Italcementi France-Siif (che detiene la partecipazione di Italcementi in Ciments Français): a seguito dell'operazione, che sarà sottoposta il mese prossimo all'assemblea straordinaria, Italcementi controllerà direttamente l'82% circa di Ciments Français.
Porthos
Interventi sull'efficienza
Complessivamente, nei primi nove mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2009, i ricavi del gruppo sono scesi del 4,7% a 3,66 miliardi. A parità di cambi e di perimetro risulta una flessione del 6,7% che ha interessato in particolare Italia, Bulgaria e Spagna, mentre è stato positivo l'andamento in Thailandia, Cina e Kazakistan. Riguardo ai volumi il settore cemento (meno 2,4% a 41,2 milioni di tonnellate) mostra una sostanziale stabilità nei Paesi emergenti e un calo in quelli industrializzati, mentre le vendite di inerti sono scese del 3,3% a a 28,7 milioni. Crescono invece quelle di calcestruzzo (più 1,9% a 8,6 milioni di metri cubi) dove l'incremento nei Paesi emergenti compensa le flessioni in Spagna e Grecia.
Il proseguimento delle azioni per il miglioramento dell'efficienza industriale, nonostante un aumento dei costi variabili, in particolare quelli energetici, ha intanto permesso un contenimento dei costi operativi, anche se non sufficiente a compensare l'effetto negativo sul risultato operativo (meno 25,1% a 303,3 milioni) derivante dalla riduzione dei ricavi. Da segnalare anche un contributo positivo di 45,4 milioni derivante dalle vendite di diritti di emissione di anidride carbonica eccedenti rispetto al fabbisogno delle attività produttive. L'utile di periodo si è contratto del 39,7% a 133,4 milioni. Il miglior andamento di aziende con soci di minoranza rispetto a quelle dove il gruppo è spesso azionista unico comporta che il risultato di competenza di terzi (meno 2,5% a 114 milioni) tiene rispetto alla caduta del risultato di competenza del gruppo (meno 82,2% a 18,4 milioni).
Prudenza per fine anno
L'«accentuazione della volatilità» secondo il gruppo condizionerà anche gli ultimi mesi del 2010. «In questo mutevole contesto, il risultato atteso continuerà a risentire del non favorevole andamento dei Paesi maturi, ed in particolare dello sfavorevole impatto derivante dall'erosione dei prezzi in Italia rispetto all'anno precedente - si legge in una nota del gruppo -. Pertanto i progressi attesi nell'ultimo trimestre nei Paesi emergenti potrebbero non essere sufficienti a compensare l'erosione dei risultati prevedibile nei Paesi industrializzati».
Sul piano patrimoniale, a fronte di investimenti industriali per 360,8 milioni, l'attenta gestione dell'attività finanziaria - l'aumento del 6,7% a 86,9 milioni degli oneri finanziari netti è legato a costi una tantum per 21,4 milioni a seguito del rimborso anticipato delle «notes» emesse negli Stati Uniti - ha permesso una riduzione da inizio anno di 62,9 milioni dell'indebitamento sceso così a fine settembre a 2.357 milioni. Il patrimonio netto è invece salito a 4,894,2 milioni dai 4.692,2 di fine anno.
In Ciments Français, alla quale fanno capo le partecipazioni internazionali, i primi nove mesi si sono chiusi con un calo dei volumi del 2,3% per il cemento e del 3,3% per gli inerti, mentre sono saliti dell'1,9% quelli del calcestruzzo. Al 30 settembre i ricavi consolidati sono calati dell'1,3% a 3,19 miliardi (meno 3,8% a perimetro e effetti cambi comparabili), mentre il risultato netto complessivo è sceso del 13,6% a 253,4 milioni.
Ieri il Cda di Ciments Français, nell'ambito del piano di semplificazione della struttura, ha approvato il progetto di fusione per incorporazione di Société Internationale Italcementi France-Siif (che detiene la partecipazione di Italcementi in Ciments Français): a seguito dell'operazione, che sarà sottoposta il mese prossimo all'assemblea straordinaria, Italcementi controllerà direttamente l'82% circa di Ciments Français.
Porthos
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