giovedì 9 febbraio 2012

Il freddo non ferma le polveri sottili



Nonostante le temperature rigide di questi giorni il PM 10 non accenna a diminuire anzi in paese i livelli sono in forte crescita: siamo a quota 90 contro i previsti dalla normativa (50)



Porthos

8 commenti:

stranos ha detto...

Propongo di cominciare a spegnere il riscaldamento nelle case, uffici, scuole, ecc. Poi, lasciare l'auto in garage e spostarsi a piedi (si potrebbe anche attraversare i campi con gli sci di fondo).
Dopodichè quando ci si è ammalati ben bene (per il freddo, mica per le PM10) andare in "Europa" e farsi risarcire per i danni subiti.

Ringraziate (non so chi) perchè qualcuno ci permette ancora di importare 70 miliardi di metri cubi di metano e 80 milioni di tonnelate di petrolio, ogni anno.

Buon inverno a tutti

Anonimo ha detto...

Ma come nonostante il freddo rigido????ma ci sei o ci fai????? Forse è proprio A CAUSA DEL FREDDO RIGIDO...visto che per ovvie ragioni i sistemi di riscaldamento funzionano più a lungo e si consuma di più

Anonimo ha detto...

Adesso Porthos inventerà la solita storiella che qualcuno gli ha segnalato questo argomento di discussione, ma la paternità dell'articolo non è sua!

Ennesima uscita infelice che dimostra la sua poca serietà e credibilità!

Anonimo ha detto...

Anche la sua poca intelligenza direi

S.M. ha detto...

Quello che lascia basiti, perlomeno a quanti sta a cuore la qualità della vita di noi tutti, rimane la personalizzazione della evidenza dei fatti. Pare che a molti "anonimi" stia più a cuore l'attacco a Porthos che non le schifezze disperse che respiriamo.
Purtroppo sono il sintomo di strategie ormai logore che hanno contraddistinto stagioni di confronto sterili che immagino (e constato) non costituiscono più l'unità di misura nella pubblica opinione. L'assenza assoluta di provvedimenti, ammesso che ce ne siano nelle attuali condizioni, accentuano le preoccupazioni, questo non vuole dire che si possano gettare le basi per soluzioni che in prospettiva possano indicare una via di uscita.
Penso a: viabilità, teleriscaldamento, fonti di energia rinnovabile, emissione a somma algebrica ZERO, cura e partecipazione a sforzi sovraccomunali per la tutela dell'ambiente e del verde, norme di comportamento individuale e colletiva tesa alla salvaguardia ed alla salubrità dell'aria, un censimento serio delle fonti di emissione domestica in senso collaborativo e non repressivo. Tutta una serie di iniziative che spostino le tattiche poliziesche con una strategia che accomuni gli interessi. Cosa si è visto di tutto ciò? I programmi posti i essere dalla municipalità non sono altro che il tentativo, poco efficace dal mio punto di vista, di rispettare normative e direttive comunitarie, nazionali e regionali, nulla di più, seguite dalle solite dichiarazioni di sconforto sulla partecipazione scarsa, senza chiedersi se si sono poste in essere tutta quella serie di strumenti (anche provocatori aggiungerei) che contringano ad una partecipazione più attiva, convinto degli effetti che ne conseguono una volta chiarite e stabilite le responsabilità di anarchia comportamentale di ciascuno. Solo la partecipazione può contribuire ad individuare una prima via di uscita. S.M.

Anonimo ha detto...

Gentile S.M., il fatto che io critichi i metodi di Porthos, spesso e volentieri pregiudizievoli e, a quanto pare dagli ultimi post, anche privi di basi oggettive, non significa che nella vita io non cerchi, nel limite delle mie possibilità, di adottare comportamenti e modi di vivere rispettosi dell'ambiente, come ad esempio:
- ottimizzazione dell'utilizzo dei servizi domestici (acqua, luce e gas)
- uso dell'automobile quando necessario
- massimizzazione della raccolta differenziata

e così via...

In merito ai provvedimenti adottati o meno dalla nostra amministrazione per far fronte all'inquinamento, possiamo liberamente e tranquillamente discuterne, sulla base però di argomenti oggettivamente e scientificamente corretti.

P.S. scrivere che l'inquinamento è aumentato nonostante le rigide temperature mi sembra non risponda a questi ultimi requisiti.

Grazie.

S.M. ha detto...

Non ho motivo di dubitare del suo impegno personale in riferimento alla attenzione che serba all'ambiente con ilsuo comportamento, e me ne compiaccio. Vorrei solo sottoporre alla sua attenzione l'ultimo degli argomenti cui accenna: la differenziazione dei rifiuti. E' preferibile uno sforzo ulteriore per incentivare la raccolta differenziata oppure è meglio puntare alla riduzione dei rifiuti? Certo quest'ultima ipotesi comporta ulteriori problemi per quelle attività dedite agli imballaggi ed ai risvolti negativi sotto il profilo occupazionale e di PIL (tanto di moda di questi tempi). Per contro vorrei innestare un ulteriore elemento che forse complica ulteriormente il problema, rischiando di venire accusato di ideologismo preconcetto, ma non importa. Il servizio di raccolta dei rifiuti, da anni a questa parte è sottoposto ad un fuoco di fila per inefficienze e sprechi, tanto da giustificarne il passaggio (per legge) ai privati almeno in parte, ciò non si è rivelato migliore dei periodi di monopolio pubblico. Lo smaltimento ne ha evidenziato i limiti ed i malaffari che ci stanno dietro (Cerro Maggiore per citarne uno), ma limitiamoci all'incenerimento. Se non vado errato, l'inceneritore di Dalmine al quale viene conferito anche il CDR nostro, ha prodotto un utile di gestione di 18 milioni di € per il 2010. Non crede che questo denaro potrebbe tornare utile in questi periodi di magra per le nostre amministrazioni? Noialtri che produciamo rifiuti urbani contribuiamo con il nostro comportamento ad un cospicuo dividendo per gli azionisti di quell'azienda. E' mai possibile che il pubblico, liberato dalla zavorra dei politici "trombati" e collocati su quelle poltrone, non possa tradursi in una attività produttiva con un ritorno da reinvestire sui problemi dell'ambiente? Quando accenno al teleriscaldamento, nel quale colloco anche la geotermia, so per certo che 800 metri sotto i nostri piedi, esiste una falda d'acqua a 80°C, praticamente inesauribile, non le suggerisce nulla questo? Certo, le municipalità, prese singolarmente possono ben poco, ma entità sovraccomunali, credo che il superamento della istituzione "Comune" odierna sia fonte di inadeguatezza per affrontare i problemi ambientali, come sono strutturati oggi sono elefantini inetti ad affrontare progetti così ambiziosi, ma credo sia latrettanto improcrastinabile una riflessione di merito se si vuole avere: forza, risorse e perchè no protagonismo dellepersone normali per rilanciare la possibilità di realizzare i sogni.Ripensare le municipalità significa, a mio avviso, proiettarsi nel futuro. S.M.

S.M. ha detto...

Mi scuso ma la fretta di scrivere e la mia pessima abitudine a stendere di getto mi ha esposto al rischio di essere intepretato come contrario (nella parte espositiva) a riorganizzazioni in unici Comuni di più Comuni attuali. Non è così. S.M.