sabato 14 aprile 2012

A proposito di amianto

Visto che per qualche commentatore sembra eccessivo il termine "allarme amianto" utilizzato nel post precedente, pubblico questa artcolo apparso sull'eco, magari fa riflettere maggiormente.

Erano gli anni '80: un ragazzo di 25 anni morì per un mesotelioma. Ma non aveva mai lavorato a contatto con l'amianto e nemmeno i suoi familiari. La madre era impiegata in un'attività di Calcio che riciclava sacchi di iuta. Nulla poteva far ricondurre la patologia del giovane all'asbesto. Solo dopo vari accertamenti si scoprì che quelle borse di fibra naturale usate dalla donna, in passato avevano trasportato il minerale pericoloso. L'operaia spesso si portava il lavoro a casa, cuciva e sistemava il tessuto. Al suo fianco, fin da piccolo, c'era il figlio che, inconsapevolmente, respirava le fibre killer. Non è dunque la semplice esposizione lavorativa a causare patologie mortali. Lo è anche il contatto sporadico, pure indiretto. A descrivere questa e altre vicende locali è Isabella Seghezzi nella ricerca «Le morti d'amianto nella bergamasca. Analisi dei casi giurisprudenziali». Questo lavoro, coordinato dall'avvocato Francesco Tagliarini e presentato durante il ciclo di seminari dell'Archivio Bergamasco, ha vinto la borsa di studio intitolata al giuslavorista Alessandro Cicolari ed è finanziata dagli eredi. Due degli episodi sono stati ricostruiti grazie alle relative sentenze, mentre gli altri, compreso quello di Calcio, solo grazie ai documenti forniti dall'Asl di Bergamo. «Quanto avvenuto a Calcio – sottolinea Seghezzi – non è andato a sentenza penale, civile non mi è dato sapere. La documentazione dell'Azienda sanitaria locale mi ha permesso di scoprire che nel 1987 vennero segnalati pazienti colpiti da asbestosi e mesotelioma in questa località e Romano. Grazie a un questionario e a delle interviste si scoprì l'origine, cioè un'esposizione atipica dei lavoratori e dei familiari del sacchificio di Calcio. La ditta riciclava sacchi di iuta che avevano anche contenuto materiale della miniera di Balangero». Ed è qui, in provincia di Torino, a legare il secondo caso bergamasco a un verdetto considerato storico: quello su migliaia di morti della Eternit e la condanna del 13 febbraio scorso dei due vertici della multinazionale. «Nel 1951 – racconta la giovane laureata in Giurisprudenza e dottoranda all'università degli Studi di Bergamo – l'Iri cedette il pacchetto azionario della cava di Balangero, la metà venne acquisita dalla Eternit, l'altra metà pro quota dalla manifattura Colombo di Sarnico di Rinaldo Colombo». Questa impresa, che aprì anche una filiale a Predore, si occupava della lavorazione dell'asbesto: dall'estrazione alla vendita. «A differenza di quanto accaduto per la Eternit – prosegue – non c'è stato un processo che abbia accertato la responsabilità perché all'inizio dell'indagine il titolare morì. Secondo l'ordinamento italiano quella penale è responsabilità personale e non a capo della persona giuridica. Diverso è l'aspetto amministrativo. L'erede universale ha accettato le richieste delle famiglie e c'è stata la conciliazione». Fu controversa e dibattuta la decisione del giudice riguardante la Sacelit di Calusco: «Rappresenta il dilemma che ha caratterizzato gli anni '90. L'asbestosi è provocata dalla saturazione, il mesotelioma anche da un solo contatto. Perciò fu difficile dimostrare che quest'ultima fosse stata contratta proprio in quegli stabilimenti. I dirigenti furono giudicati colpevoli per l'asbestosi e non per il mesotelioma». Infine, la documentazione sullo stabilimento Pfa della Dalmine a Sabbio ripercorre le condizioni di lavoro: «L'amianto non era prodotto, ma era dappertutto le coperte che servivano per proteggersi dalle fiamme venivano usate come tovaglie, per ripararsi dalla pioggia e dal freddo. Nel 2005 tre ex dirigenti sono stati condannati in primo grado». (fonte eco di bergamo)


Porthos

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Era l'articolo precedente che parlava di TRACCE di amianto presenti in 170 tonnellate di materiale inerte.

Se bastano delle TRACCE di amianto per rimuovere il materiale allora ridico che bisogna rimuovere il fondo di tutte le strade di Calusco.


Chi è a conoscenza di qualche numero per favore lo pubblichi.

Anonimo ha detto...

titolare allarme amianto senza conoscere che esistono normative ben definite che stabiliscono quale sia la soglia d'allarme, può generare allarmismi ingiustificati. Eppure, se ci fosse davvero tanto scrupolo nel "fare informazione", basterebbe fare una telefonatina all'Arpa... ma per fortuna questa non è una testata giornalistica, ed infatti l'eco non ha parlato di allarme amianto. si possono fare tutte le ironie del caso, ma bisogna stare attenti a giocare con le parole, blogger compresi!

GM

Anonimo ha detto...

VERGOGNATI SCHIFOSO!
Strumentalizzare questo articolo che parla di una tragedia per i tuoi meschini giochetti di bassa campagna elettorale non fanno che confermare che sei un PICCOLO UOMO SENZA DIGNITÀ

Ambrogio ha detto...

Ultimo anonimo hai dei problemi? I giochetti da campagna elettorale io non li vedo anzi. Mi sembrano fuori luogo queste accuse per la pubblicazione di articoli peraltro scritti sulla stampa locale. Se vuoi dei giochetti di bassa campagna elettorale si sarebbe potuto parlare dei soliti lavori che iniziano pochi mesi prima delle elezioni, la statua a baccanello dove si scomodano i santi per qualche voto, oppure il rinnovo della convenzione della materna parrocchiale che suscita ironiche coincidenze eh eh.
Il buon vecchio Porthos si è perso queste fantastiche chicce.

Ambrogio

Anonimo ha detto...

Qualcuno sa sa dirmi cosa ha risposto Il Sindaco dottor Colleoni in merito all'interrogazione presentata in Consiglio da LineaComune per avere informazioni riguardo all'amianto di cui si parla nel link?

Anonimo ha detto...

Il Sindaco ha detto che che non c'é Nulla di allarmante...é tutto sotto controllo e cmq la percentuale di morti per mesotelioma(tumore causato dall'esposizione alle fibre d'amianto disperse nell'aria) é Bassa e quindi ci si dovrebbe preocccupare maggiormente di altre malattie come ad esempio l'epatite.....mah....che dire...