martedì 24 aprile 2012

Si ritorna a festeggiare il 25 aprile

Dopo qualche anno di pausa l'amministrazione di calusco ritorna a festeggiare il 25 aprile, merito delle prossime elezioni?

PROGRAMMA
- Ore 10.30 - Ritrovo in Piazza San Fedele
- Alzabandiera
- Corteo con Fanfara Alpina “La Ramera” di Ponteranica
- Deposizione corone di fiori ai Monumenti all’Alpino, al Fante ed ai Caduti, da parte dell’Amministrazione Comunale e delle rappresentanze delle Associazioni d’Arma
- Interventi delle rappresentanze delle Scuole cittadine
- Messaggio del Sindaco
- Momento di preghiera e benedizione


Porthos

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Porhos hai qualche problema con la grammatica, e nemmeno il periodo elettorale ti conforta.

Ti aiuto:
QUALCHE:Alcuni, pochi, riferito a persone o cose in numero ridotto, ma indeterminato

Ti risparmio la fatica di una ricerca in google e ti segnalo il TUO post del 21 aprile 2010:
http://caluscoinlinea.blogspot.it/2010/04/celebrazione-del-25-aprile.html

Problema di 3 elementare:
se nel 2010 si è festeggiato e oggi è il 25 aprile 2012 quanti anni sono passati?
Ti aiuto con le risposte:
-1
-2
-qualche

Dai forza che non è difficile.

Elle ha detto...

(...)Come fatto militare la Resistenza fu del tutto marginale all’interno di quel grandioso e tragico evento che è stato il secondo conflitto mondiale. Servì come riscatto morale per quelle poche decine di migliaia di uomini e di donne coraggiosi che vi presero parte. Dico poche perché nel dopoguerra si è assistito non solo al miracolo gaudioso per cui, da un giorno all’altro, il 25 aprile appunto, gli italiani divennero tutti antifascisti da fascisti che erano stati, ma perché non c’è stato quasi italiano adulto che non si sia appuntato sul petto fasulle medaglie partigiane. E anche non adulto. Non c’era chi, all’epoca ragazzino o addirittura bambino, non dichiarasse di essere stato, come minimo, una "staffetta partigiana" (a dar retta a questi racconti i partigiani più che combattere avrebbero fatto altro che scambiarsi messaggi). La Resistenza è stata invece interpretata come un fatto che riguardava tutti gli italiani per cui, nell’immaginario collettivo, è nata la comoda convinzione che l’Italia si sia "liberata" da sola e non grazie alle truppe angloamericane e che avesse quasi vinto una guerra che invece aveva perso nel più vergognoso dei modi. Con i nazisti non ci si doveva alleare, ma una volta alleati è stato troppo facile, comodo e vile pugnalarli alle spalle in una lotta per la vita o per la morte nel momento in cui si profilava la sconfitta. Per cui l’8 settembre dovrebbe essere ricordato come la giornata della vergogna e non celebrata come il suo contrario. E i ragazzi che andarono a morire per Salò lo fecero a loro volta per un riscatto morale, per altri valori che allora contavano qualcosa e che noi oggi, nella finta libertà democratica, abbiamo perduto, l’onore e la lealtà, e meritano il rispetto che si deve a tutti i vinti che si sono battuti in buona fede. (Rispetto che non va a Mussolini che dopo tanta retorica sulla "bella morte", in nome della quale si sacrificarono tanti giovani fascisti, fugge travestito da soldato tedesco. Che è poi l’eterna e disgustosa storia dell’"armiamoci e partite" che segna la classe dirigente italiana, da Caporetto, al Re, a Badoglio che, con i loro bauli, fuggono da Roma lasciandola in balia dei tedeschi, a Toni Negri, a Moro, che dalla sua prigione scrive le lettere che scrive, a Bettino Craxi, classe dirigente che, al momento del dunque, trova sempre qualche autogiustificazione per non pagar dazio e per violare quelle regole e quei codici morali che aveva chiesto agli altri di rispettare).
La Resistenza non fu quindi il riscatto dell’Italia né degli italiani, la stragrande maggioranza dei quali stette alla finestra aspettando di vedere chi fosse il vincitore per poi accodarsi a lui o addirittura prenderne la guida. Ma aver fatto credere il contrario ha avuto come conseguenza che gli italiani, a differenza dei tedeschi e dei giapponesi che la guerra la condussero fino in fondo e la persero fino in fondo, non abbiamo mai fatto veramente i conti con sè stessi e con il proprio passato. È dalla retorica della Resistenza (no, sia ben chiaro, dai veri partigiani che meritano il nostro rispetto, la nostra ammirazione, il nostro omaggio) che è nato il fenomeno del terrorismo rosso che insanguinò il nostro Paese per una decina d’anni e che ancor oggi, di quando in quando, continua ad insanguinarlo.
Io credo che il 25 aprile potrà essere una giornata di memoria condivisa solo quando cesserà di essere la celebrazione retorica di un’epoca che riguardò i pochi e diventerà invece un momento di riflessione autentica sulla nostra storia, sui nostri errori, sulle nostre responsabilità.
(Il 25/4 si può celebrare senza la retorica resistenziale - Massimo Fini)

Anonimo ha detto...

Trovo VERGOGNOSO che si affermino bestialità come: "È dalla retorica della Resistenza che è nato il fenomeno del terrorismo rosso". Il 25 aprile è festa nazionale proprio perché i padri della Repubblica hanno cercato, nel loro intento di ricostruire il tessuto politico del Paese, di rendere i valori della Resistenza (effettivamente, durante la guerra, fatti propri solo da una minoranza) un patrimonio collettivo del Popolo italiano. D'altra parte, citare come esemplare la visione sulla resistenza espressa da Fini è un po' come chiedere ad un macellaio cosa ne pensi del vegetarianesimo..

Ganesh

odell deefus ha detto...

Il mio rispetto ad uomini che hanno messo in gioco la propria vita per cercare di migliorare quella di tutti e non per ingrassare delle già luride tasche. Populista o demagogo che io sia, credo che certi termini, da partigiano,ad eroe, a terrorista, vengano usati a seconda di come sia finita la battaglia. Questo lo si sa, questa è la storia. Comunque il mio rispetto ci sarà sempre per quelle persone, anche se poche anche se solo un pugno, che mettendo in gioco la propria vita hanno cercato di migliorare quella di tutti. Un senso di nausa mi viene invece, quando sento uscire dalla bocca di certi personaggi, ben parlanti, ben pensanti e ben vestiti, parole come senso dello stato e costituzione. Si dico certi personaggi, perchè non si meritano neppure citazione, personaggi che navigano in un luridume inspiegabile che definiscono segreto di stato.

Elle ha detto...

@Ganesh
Dal tono del tuo commento mi sembra che tu ti riferisca a GIANFRANCO FINI.
In realtà il commento che ho postato è di MASSIMO FINI.

Anonimo ha detto...

@Elle,

Avevo capito che si tratta del giornalista.
Semplicemente, trovo che un "bastian contrario" di professione che si è prodigato nella "riabilitazione" (assai superficialmente giustificata dal punto di vista storico e politico, a mio modo di vedere) di personaggi quantomai discussi come il Mullah Omar e che ha scritto su testate non proprio progressiste non sia il miglior referente possibile per una "revisione" della retorica della resistenza.

Ganesh

Anonimo ha detto...

Sí ma alla fine Porthos non rispondi al problema del mio primo commento?
Dai...dai...
SE NON rispondi tu CHI?
( ah no quello é un altro...)

S.M. ha detto...

all'anonimo della richiesta di risposta,ricorrendo a Cettola Qualunque: "non sputo sulla tua domanda perchè la profumerei!".
Non mi dilungo sui Valori che la Resistenza ha voluto e saputo tradurre nella nostra Costituzione e che meriterebbero ben altro rispetto.
A chi si fregia della sapienza sulla "marginalità del ruolo della Resistenza sulle operazioni militari nella II G.M. mi limito alle dichiarazioni del responsabile dei servizi segreti americani in Italia dell'epoca:
"Il movimento partigiano nel nord Italia ha impegnato ben 20000 uomini (7 divisioni) tra soldati della R.S.I. e tedeschi, forze che altrimenti avrebbero reso difficile se non impossibile la campagna d'Italia sulla terra ferma, per motivi orografici e conseguentemente logistici. Il contributo delle forze partigiane è stato determinante per le costanti operazioni di disturbo e sabotaggio,in non pochi casi di aiuto durante le offensive che dalla linea Gotica ci ha permesso di occupare la pianura padana."
Se cerchi su rai Storia quella puntata potrai sentire con le tue orecchie. Ti ricordo inoltre che le forze Partigiane hanno costituito più territori liberati (i 21 giorni di Alba, la Repubblica dell'Ossola, la Repubblica di Monte Fiorino ed altre situazioni minori) a Genova le forze tedesche hanno dovuto trattare con la Resistenza la loro fuoiuscita dalla città, ed insieme a Milano e Torino sono state Liberate dai Partigiani. Napoli si è liberata da sè,le sue quattro giornate di lotta le ha condotte con le sole forze popolari. Porta S.Paolo a Roma non le metti tra le risposte di Resistenza popolare assieme ai Granatieri di Sardegna?
Cefalonia: il primo atto di Resistenza democraticamente votato dai soldati della Aqui!
36000 morti tra le fila Partigiane sono marginalità? Potrei continuare!Elle, scusami, ma prima di scrivere (o trascrivere) mi fai la cortesia di meditare (consiglio che darei anche a Massimo Fini naturalmente.
S.M.

Anonimo ha detto...

Ahahahahh signor Sperandio, ma a chi ricorre???
CETTOLA QUALUNQUE? Chi é una sua lontana prozia?
Forse é Cetto la Qualunque? Quello del famoso film?
Certo che se devo anche interpretare le battute!!!

P.s: se lo sputo profuma come il resto ne faccio volentieri a meno.

S.M. ha detto...

Anonimo, la viltà dei tuoi sputi non può che confermare la tua fellonia! Abbi il coraggio di firmarti e sarò più che lieto di confrontarmi con la tua ironia da penultima fila nel buio della sala di proiezione!
S.M.

Anonimo ha detto...

meglio nella penultima
che nell'ultima dove andavi (o vai)
a fare certe cose.

S.M. ha detto...

Acc. non cdi si può scaccolare neanche in ultima fila, c'è sempre qualcuno che mi sgama.
S.M.