Il sindaco parla seduto qui all’Eco café, nella piazza del municipio, sotto questo cielo di sabato sera sospeso tra il sereno e la pioggia. Dice Roberto Colleoni, confermato primo cittadino nelle elezioni del maggio scorso: «L’esperienza della Notte bianca esprime quello che stiamo cercando di fare nel paese. La Notte bianca è una festa popolare in chiave moderna, al passo con i tempi. Esprime la collaborazione fra le associazioni di volontariato del paese, la vivacità della società civile, della comunità. Non è stato facile farla ingranare, ma adesso coinvolge tanti gruppi e volontari. È un obiettivo della nostra amministrazione: coordinare, promuovere il senso di comunità, di cui il Comune è una parte, importante, certo, ma non esaustiva, non totalizzante».
La Notte bianca che esprime la «filosofia» dell’amministrazione comunale. Continua il sindaco: «In paese abbiamo 43 associazioni, un numero davvero notevole.
Abbiamo favorito la nascita di una consulta che coordina, mette in rete tutti questi gruppi, aumentandone di fatto le potenzialità, la capacità di lavoro. Ogni anno questeassociazioni si danno un obiettivo comune, per esempio lo scorso anno l’obiettivo riguardava il disagio giovanile, una serie di azioni in favore dell’integrazione dei giovani attraverso lo sport».
Calusco è un punto di riferimento per i paesi dell’Isola, storicamente è il Comune che dopo Ponte San Pietro conta il maggior numero di abitanti. Negli ultimi 15 anni non si è premuto l’acceleratore dell’espansione edilizia, a differenza di quanto accaduto in diversi altri comuni dell’Isola. Attualmente conta 8.340 residenti. Dice il sindaco: «La presenza della ferrovia, del ponte sull’Adda, dell’Italcementi ha svolto un ruolo decisivo nello sviluppo storico del paese che a ospitato diversi servizi di interesse sovraccomunale, dalla piscina, al poliambulatorio, alla sede Asl relativi anche ai paesi della zona. Scontiamo, come tutta l’Isola, ancora un po’ di arretratezza sul fronte scolastico e culturale. Ma stiamo recuperando. Alla fine degli Anni ’70 a Calusco c’erano 5 studenti universitari, oggi sono circa 200. Il fatto è che abbiamo sempre avuto molte occasioni di lavoro, una fitta rete di piccoli imprenditori, soprattutto nel settore edilizio. Oggi l’edilizia è quasi ferma, soffriamo molto la crisi».
L’importanza della comunità, della società civile. Il Comune come stimolo, ente che promuove e aiuta, ma che non può risolvere ogni problema. L’assessore Massimo Cocchi si occupa di cultura e di attività produttive:«Questa notte è lo specchio della nostra realtà, le associazioni collaborano, lavorano, il Comune cerca di facilitare questo impegno, di dare una mano. Vogliamo promuovere il senso di comunità, il senso di paese. Calusco con la sua posizione, la facilità di collegamento a Milano, ha rischiato di diventare un paese dormitorio.
La nostra fortuna è stata la consapevolezza di questo rischio nelle diverse amministrazioni comunali. E di avere avuto una parrocchia e un oratorio sempre molto presenti, attivi. In questo periodo funziona un Cre con 600 ragazzi coinvolti…». Fra i gruppi del paese anche la Polisportiva che coinvolge 450 persone. «La polisportiva – spiega Colleoni – ha dovuto rinunciare alla squadra in promozione per problemi economici, non è un fatto limitato a Calusco, queste squadre costano troppo rispetto al momento economico.
Ma l’attività calcistica è ripartita, specialmente per i ragazzi… ci sarà una prima squadra che militerà in terza categoria».
Il difficile momento economico preoccupa l’amministrazione. «Nella prima parte del mio mandato venivano a chiedere aiuto in Comune soltanto cittadini stranieri. Oggi vengono anche cittadini di Calusco. Ci chiedono una mano per trovare un qualsiasi lavoro. In questocampo anche la Consulta, anche le associazioni danno una mano importante. Per il paese la crisi dell’edilizia è stata un duro colpo».
Altra questione: l’ecomostro di Calusco. Un palazzo costruito a metà e abbandonato da anni, con tanto di enorme gru. Il sindaco allarga le braccia: «Per il paese è un problema, l’impresa è fallita, abbiamo scritto al curatore fallimentare, ma non si riesce a venire a capo della questione».
Il sogno del sindaco è la bretella a sud del paese, quella che restituirebbe la via Marconi alla gente e porterebbe via i camion. «Il paese – spiega – è spaccato in due dalla via Marconi dove si riversa tutto il traffico, compreso quello pesante. La nuova strada di due chilometri e mezzo risolverebbe il problema. Abbiamo un contributo dell’Italcementi, il resto dovrebbe venire dal Comune e dalla Provincia. Abbiamo pensato a una tassa sulle nuove costruzioni che andrebbe a finanziare questo intervento.
E abbiamo diviso l’intervento in due lotti indipendenti: realizzare il primo lotto sarebbe già quasi risolutivo. Riuniremmo il paese, realizzeremmo un piccolo sogno». (fonte eco di bergamo)
La Notte bianca che esprime la «filosofia» dell’amministrazione comunale. Continua il sindaco: «In paese abbiamo 43 associazioni, un numero davvero notevole.
Abbiamo favorito la nascita di una consulta che coordina, mette in rete tutti questi gruppi, aumentandone di fatto le potenzialità, la capacità di lavoro. Ogni anno questeassociazioni si danno un obiettivo comune, per esempio lo scorso anno l’obiettivo riguardava il disagio giovanile, una serie di azioni in favore dell’integrazione dei giovani attraverso lo sport».
Calusco è un punto di riferimento per i paesi dell’Isola, storicamente è il Comune che dopo Ponte San Pietro conta il maggior numero di abitanti. Negli ultimi 15 anni non si è premuto l’acceleratore dell’espansione edilizia, a differenza di quanto accaduto in diversi altri comuni dell’Isola. Attualmente conta 8.340 residenti. Dice il sindaco: «La presenza della ferrovia, del ponte sull’Adda, dell’Italcementi ha svolto un ruolo decisivo nello sviluppo storico del paese che a ospitato diversi servizi di interesse sovraccomunale, dalla piscina, al poliambulatorio, alla sede Asl relativi anche ai paesi della zona. Scontiamo, come tutta l’Isola, ancora un po’ di arretratezza sul fronte scolastico e culturale. Ma stiamo recuperando. Alla fine degli Anni ’70 a Calusco c’erano 5 studenti universitari, oggi sono circa 200. Il fatto è che abbiamo sempre avuto molte occasioni di lavoro, una fitta rete di piccoli imprenditori, soprattutto nel settore edilizio. Oggi l’edilizia è quasi ferma, soffriamo molto la crisi».
L’importanza della comunità, della società civile. Il Comune come stimolo, ente che promuove e aiuta, ma che non può risolvere ogni problema. L’assessore Massimo Cocchi si occupa di cultura e di attività produttive:«Questa notte è lo specchio della nostra realtà, le associazioni collaborano, lavorano, il Comune cerca di facilitare questo impegno, di dare una mano. Vogliamo promuovere il senso di comunità, il senso di paese. Calusco con la sua posizione, la facilità di collegamento a Milano, ha rischiato di diventare un paese dormitorio.
La nostra fortuna è stata la consapevolezza di questo rischio nelle diverse amministrazioni comunali. E di avere avuto una parrocchia e un oratorio sempre molto presenti, attivi. In questo periodo funziona un Cre con 600 ragazzi coinvolti…». Fra i gruppi del paese anche la Polisportiva che coinvolge 450 persone. «La polisportiva – spiega Colleoni – ha dovuto rinunciare alla squadra in promozione per problemi economici, non è un fatto limitato a Calusco, queste squadre costano troppo rispetto al momento economico.
Ma l’attività calcistica è ripartita, specialmente per i ragazzi… ci sarà una prima squadra che militerà in terza categoria».
Il difficile momento economico preoccupa l’amministrazione. «Nella prima parte del mio mandato venivano a chiedere aiuto in Comune soltanto cittadini stranieri. Oggi vengono anche cittadini di Calusco. Ci chiedono una mano per trovare un qualsiasi lavoro. In questocampo anche la Consulta, anche le associazioni danno una mano importante. Per il paese la crisi dell’edilizia è stata un duro colpo».
Altra questione: l’ecomostro di Calusco. Un palazzo costruito a metà e abbandonato da anni, con tanto di enorme gru. Il sindaco allarga le braccia: «Per il paese è un problema, l’impresa è fallita, abbiamo scritto al curatore fallimentare, ma non si riesce a venire a capo della questione».
Il sogno del sindaco è la bretella a sud del paese, quella che restituirebbe la via Marconi alla gente e porterebbe via i camion. «Il paese – spiega – è spaccato in due dalla via Marconi dove si riversa tutto il traffico, compreso quello pesante. La nuova strada di due chilometri e mezzo risolverebbe il problema. Abbiamo un contributo dell’Italcementi, il resto dovrebbe venire dal Comune e dalla Provincia. Abbiamo pensato a una tassa sulle nuove costruzioni che andrebbe a finanziare questo intervento.
E abbiamo diviso l’intervento in due lotti indipendenti: realizzare il primo lotto sarebbe già quasi risolutivo. Riuniremmo il paese, realizzeremmo un piccolo sogno». (fonte eco di bergamo)
Porthos
4 commenti:
Mi dispiace per il sindaco ma Bonate Sopra contava al 31.12.2011 ben 9104 abitanti, già cresciuti quest'anno di qaulche centinaio, mentre Brembate (sotto) contava 8316 abitanti, 18 abitanti in meno di Calusco.
Questo per una giusta informazione senza ombra di campanilismo.
RED
ma è utile tenere un blog per pubblicare gli articoli che si leggono già sul giornale? un doppione inutile
Punti di visti, e poi qui sul blog si possono far notare le incongruenze del nostro primo cittadino, e nelle sue parole ce ne sono molte
l'arretratezza culturale di Calusco è dovuta, in primis, ai caluschesi stessi: un popolo di pecoroni ammaestrati!
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