È salvo il fiume Adda, nel suo tratto più suggestivo, quello che si dice faccia da alla Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci. I progetti di centrali idroelettriche che sono fioriti uno dietro l'altro per una zona tanto bella quanto (si è capito) ipoteticamente redditizia sono state respinte.
Il verdetto definitivo arriva dal Parco Adda Nord e dalla Provincia, che hanno rigettato (ultimo atto proprio venerdì) le ipotesi di insediamenti idroelettrici fra Paderno d'Adda, Calusco e Medolago, immaginati in quel tratto di cui uno scorcio mozzafiato è visibile dal ponte di Paderno.
Lì un solo impianto opera e continuerà a operare, anch'esso considerato monumento: è quello dedicato alla memoria dell'ingegner Angelo Bertini, che lo fece costruire fra il 1895 e il 1898. Le richieste di costruzione di nuove centrali idroelettriche di cui si conoscono i dettagli sono tre, ma pare ne esistano altre due. Depositate fra marzo e maggio, hanno allarmato i Comuni, che sono saltati sulla sedia e hanno lanciato un appello: «La Provincia dica no». E così si è deciso.
Intanto negli ultimi due anni le richieste per la costruzione di centraline e centralone sono quasi decuplicate. Se fino al 2008 si gestivano circa 3 o 4 domande all'anno, ora si superano le trenta. L'esame è lungo, certosino ma soprattutto squisitamente tecnico, un po' come è avvenuto per le centrali che sull'Adda avrebbero cambiato i connotati all'area leonardesca. .
Sul tavolo oggi ci sono qualcosa come 80 istanze, di cui però ne sono state accolte meno del 10%. Il boom di richieste ha un fondamento semplice: negli ultimi anni il passaggio verso le energie rinnovabili è, oltre che favorito da una sensibilizzazione della popolazione, oggetto di incentivi economici rilevanti. La corsa alle centrali, quindi, è analoga a quella già ben nota per i pannelli solari, «anche se le leggi che le regolano sono molto diverse», affermano in Via Tasso.
Porthos
Il verdetto definitivo arriva dal Parco Adda Nord e dalla Provincia, che hanno rigettato (ultimo atto proprio venerdì) le ipotesi di insediamenti idroelettrici fra Paderno d'Adda, Calusco e Medolago, immaginati in quel tratto di cui uno scorcio mozzafiato è visibile dal ponte di Paderno.
Lì un solo impianto opera e continuerà a operare, anch'esso considerato monumento: è quello dedicato alla memoria dell'ingegner Angelo Bertini, che lo fece costruire fra il 1895 e il 1898. Le richieste di costruzione di nuove centrali idroelettriche di cui si conoscono i dettagli sono tre, ma pare ne esistano altre due. Depositate fra marzo e maggio, hanno allarmato i Comuni, che sono saltati sulla sedia e hanno lanciato un appello: «La Provincia dica no». E così si è deciso.
Intanto negli ultimi due anni le richieste per la costruzione di centraline e centralone sono quasi decuplicate. Se fino al 2008 si gestivano circa 3 o 4 domande all'anno, ora si superano le trenta. L'esame è lungo, certosino ma soprattutto squisitamente tecnico, un po' come è avvenuto per le centrali che sull'Adda avrebbero cambiato i connotati all'area leonardesca. .
Sul tavolo oggi ci sono qualcosa come 80 istanze, di cui però ne sono state accolte meno del 10%. Il boom di richieste ha un fondamento semplice: negli ultimi anni il passaggio verso le energie rinnovabili è, oltre che favorito da una sensibilizzazione della popolazione, oggetto di incentivi economici rilevanti. La corsa alle centrali, quindi, è analoga a quella già ben nota per i pannelli solari, «anche se le leggi che le regolano sono molto diverse», affermano in Via Tasso.
Porthos
9 commenti:
Alla faccia di chi a Calusco le vedeva come un'opportunità!!!!!!!!!
è un opportunità... l idroelettrico è una fonte di energia pulitissima, per me avrebbero potuto e dovuto fare centrali lungo tutta l adda, anzi magari costruite proprio dai comuni per azzerare le tasse ai cittadini con i ricavi della vendita di energia all enel!!! ma in italia non si riesce a fare mai niente...
Veramente strano, dall'articolo dell'eco sembra che anche il sindaco di Calusco si sia da subito preoccupato di questi progetti presentati alla provincia.
Ma a quanto pare non mi sembra che le cose siano andate proprio così, visto che la mozione per tale progetto nell'ultimo consiglio comunale l'ha presentato la minoranza di linea comune,la maggioranza ha taciuto, e anche sul Calusco d'Adda l'articolo che trattava l'argomento è stato scritto da un consigliere di minoranza, l'assessore all'ambiente della maggioranza forse non sapeva nulla.
Non voglio essere maligno, ma mi sembra la solita vecchia abitudine di salire all'ultimo momento sul carro dei vincitori, pratica questa, in cui il nostro sindaco ha dimostrato in questi anni di essere un campione.
Ma non fasciamoci la testa, e come dice Porthos godiamoci la vittoria nostra e dell'ambiente.
Pino Verde
scusa pino ma che vittoria sarebbe per noi e per l ambiente??? per noi no di certo perchè continuando cosi la bolletta della luce sarà sempre più cara... e neanche dell ambiente perchè l idroelettrico non sporca e non inquina! grandissima occasione persa come al solito per colpa degli ambientalisti...
No, ma vedi anonimo delle 00.43, bisogna cantare vittoria perché la minoranza ha sollevato il problema. No anzi, perché non bisogna deturpare il paesaggio. Però non bisogna fare il nucleare. No aspetta, le centrali a carbone, gas, petrolio inquinano. Ecco soluzione!!! Compriamo in Francia oppure in Germania così noi siamo green ed abbiamo i paesaggi belli.
Cristian
e si i comuni dovevano sfruttare questa fonte pulita ed il ricavato....... si pagano i loro stipendi e varie spese consistenti
un occasione persa
niet come al solito gnuranti
Non cambierete mai, polemiche sterili che servono solo ad affermare primati sedentari. Si attende la mossa dell'avversario al solo scopo di contraddirlo. Non è vero che la maggioranza ha atteso il carro del vincitore. A dire il vero si è mossa con troppa lentezza sulla questione centrali, ma l'intervento che ho sentito fare in consiglio comunale da parte di un suo consigliere, non posso che condividerlo in pieno,sia nel contenuto che nello spirito. Quando si parla di energia, bisognerebbe meglio informarsi sul cosa significa: risparmio energetico, costi della produzione e mantenimento delle fonti convenzionali e nucleari. Su queste ultime consiglierei la lettura di "ILLUSIONE NUCLEARE" di Sergio Zabot e Carlo Monguzzi (ed. Melampo-€.12,00) forse non sareste così banali nelle vostre battute dopo aver meditato sul tema. S.M.
meglio l acqua al nucleare nessun effetto collaterale
Giulia Maria Crespi: l’Italia è il paesaggio che amo
Signora Crespi, le hanno mai detto che preoccuparsi per il paesaggio è una cosa da ricchi? I ricchi se ne occupano quando una strada passa davanti alla loro casa di campagna o gli tirano su un grattacielo davanti alla cascina. Allora chiedono aiuto alle associazioni protezioniste. Invece si deve capire che il paesaggio è di tutti, soprattutto dei bambini. È molto diverso passare una domenica in un bosco, camminando lungo un fiume, o passarla in una piazza. Il paesaggio fa parte delle nostre radici, della nostra identità. rovina. . Si ricorda quando Vittorio Sgarbi voleva fondare il partito della bellezza? Non è così tanto condivisa oggi l’idea di quel che è bello e di quel che non lo è. Lei come si regola? Riconosco la bellezza perché desta armonia nel mio animo, o risveglia una scintilla, o fa scattare una molla di entusiasmo, di comprensione. A volte si sente che è un messaggio in un certo senso ultraterreno, qualcosa che scende dall’alto. A volte porta nel concreto un’idea, una teoria, ma direi che l’effetto più profondo della bellezza è quello di risvegliare armonia, una cosa così rara oggi. . Quali sono i luoghi più suoi in Italia? Tutta quanta. In Italia non ci sono solo il Colosseo o i templi di Agrigento. I paesaggi italiani non rovinati sono un museo diffuso. Le chiese, i cipressi, gli aranceti, le cascine, le risaie e i pioppi della pianura padana, questa è la cosa straordinaria dell’Italia. Negli altri Paesi, per andare da un luogo bello a un altro devi fare chilometri in mezzo allo stesso paesaggio. Per questo è importante che l’agricoltura mantenga la diversità, non copra tutto di immense monocolture e conservi gli appezzamenti, i filari, le siepi.
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