«Non è una zona a rischio idrogeologico la collina del monte Canto». Così ha esordito il geologo Michele Gargantini, della Ster di Bergamo (ex Genio civile) durante l'incontro nella sala civica di via Battisti ad Ambivere sul tema «Un raggio di solidarietà e una riflessione sui rischi del monte Canto».
La serata è stata organizzata dal Comitato del monte Canto e del Bedesco per tenere viva l'attenzione sulla collina e sul borgo del Canto, l'anno scorso al centro dell'operazione di messa in sicurezza da parte dell'Ersaf, che ha fatto abbattere alcuni vecchi fabbricati e ne ha lasciato altri in piedi. Questi ultimi sono oggi protetti da reti metalliche per evitare che i ruderi finiscano addosso alle persone che passano sul sentiero. «Non dobbiamo dimenticare che occorre predisporre un progetto di recupero del borgo del Canto e per questo attendiamo che l'Ersaf lo faccia al più presto – ha spiegato Rosario Magnolo, uno dei referenti del Comitato del monte Canto –. Recentemente ho parlato col dirigente del Dipartimento dei Servizi al territorio rurale e alle foreste, Enrico Calvo, che mi ha detto che qualcosa si sta muovendo. Noi continuiamo a proporre iniziative e mostre perché si sensibilizzi sempre l'opinione pubblica su questo grande patrimonio naturalistico e storico che è il borgo del Canto».
Michele Gargantini nel suo intervento ha prima fatto una carrellata sui dissesti idrogeologici della provincia di Bergamo, informando che le aree più interessate sono quelle delle Valli Brembana e Seriana, mentre l'area del monte Canto non ha mai registrato nell'ultimo secolo problemi del genere. «Non si sono mai registrati rischi evidenti di dissesto – ha detto il geologo della Ster –. Abbiamo riscontrato delle situazioni critiche che abbiamo segnalato ai Comuni».
Donadoni apre il dialogo
Durante l'incontro è intervenuto il sindaco di Ambivere e presidente della Comunità dell'Isola bergamasca (Cib), Silvano Donadoni, che ha parlato di prevenzione spiegando che la Cib è disposta a dialogare con il Comitato del monte Canto. Stefano Fantoni, della Protezione civile dell'Ana di Bergamo, ha illustrato l'intervento fatto nei paesi liguri colpiti dal dissesto idrogeologico: Rocchetta e Borghetto di Vara.
Una persona del pubblico ha chiesto informazioni sul problema delle sorgenti del monte Canto, che improvvisamente nel maggio 2004 sparirono in concomitanza con le trivellazioni fatte dall'Italcementi per la realizzazione del tunnel commissionato dalla cementeria per raggiungere la cava da Calusco d'Adda a Collepedrino. Il percorso sotterraneo seguiva quello della teleferica che passava proprio sopra le località Corna e Madonna delle Caneve di Sotto il Monte. «Le concause furono diverse e non imputabili allo scavo dell'Italcementi – ha risposto il geologo della Ster –. Alcune sorgenti dopo sono ricomparse mentre altre no». La serata si è chiusa con l'assaggio di prodotti del monte Canto, noci di Mario Sala di Villa d'Adda e miele di Roberto Bonacina di Sotto il Monte. (fonte eco di bergamo)
La serata è stata organizzata dal Comitato del monte Canto e del Bedesco per tenere viva l'attenzione sulla collina e sul borgo del Canto, l'anno scorso al centro dell'operazione di messa in sicurezza da parte dell'Ersaf, che ha fatto abbattere alcuni vecchi fabbricati e ne ha lasciato altri in piedi. Questi ultimi sono oggi protetti da reti metalliche per evitare che i ruderi finiscano addosso alle persone che passano sul sentiero. «Non dobbiamo dimenticare che occorre predisporre un progetto di recupero del borgo del Canto e per questo attendiamo che l'Ersaf lo faccia al più presto – ha spiegato Rosario Magnolo, uno dei referenti del Comitato del monte Canto –. Recentemente ho parlato col dirigente del Dipartimento dei Servizi al territorio rurale e alle foreste, Enrico Calvo, che mi ha detto che qualcosa si sta muovendo. Noi continuiamo a proporre iniziative e mostre perché si sensibilizzi sempre l'opinione pubblica su questo grande patrimonio naturalistico e storico che è il borgo del Canto».
Michele Gargantini nel suo intervento ha prima fatto una carrellata sui dissesti idrogeologici della provincia di Bergamo, informando che le aree più interessate sono quelle delle Valli Brembana e Seriana, mentre l'area del monte Canto non ha mai registrato nell'ultimo secolo problemi del genere. «Non si sono mai registrati rischi evidenti di dissesto – ha detto il geologo della Ster –. Abbiamo riscontrato delle situazioni critiche che abbiamo segnalato ai Comuni».
Donadoni apre il dialogo
Durante l'incontro è intervenuto il sindaco di Ambivere e presidente della Comunità dell'Isola bergamasca (Cib), Silvano Donadoni, che ha parlato di prevenzione spiegando che la Cib è disposta a dialogare con il Comitato del monte Canto. Stefano Fantoni, della Protezione civile dell'Ana di Bergamo, ha illustrato l'intervento fatto nei paesi liguri colpiti dal dissesto idrogeologico: Rocchetta e Borghetto di Vara.
Una persona del pubblico ha chiesto informazioni sul problema delle sorgenti del monte Canto, che improvvisamente nel maggio 2004 sparirono in concomitanza con le trivellazioni fatte dall'Italcementi per la realizzazione del tunnel commissionato dalla cementeria per raggiungere la cava da Calusco d'Adda a Collepedrino. Il percorso sotterraneo seguiva quello della teleferica che passava proprio sopra le località Corna e Madonna delle Caneve di Sotto il Monte. «Le concause furono diverse e non imputabili allo scavo dell'Italcementi – ha risposto il geologo della Ster –. Alcune sorgenti dopo sono ricomparse mentre altre no». La serata si è chiusa con l'assaggio di prodotti del monte Canto, noci di Mario Sala di Villa d'Adda e miele di Roberto Bonacina di Sotto il Monte. (fonte eco di bergamo)
Porthos
Nessun commento:
Posta un commento