Emissioni sopra la media lombarda in 214 Comuni su 244. Svettano Dalmine e Calusco. Tavernola: decuplicate in 7 anni
Sono 66 i milioni di tonnellate di anidride carbonica (Co2) mediamente emessi nell’aria in Lombardia. Di questi, 30 milioni sono prodotti dai grandi impianti industriali, i restanti 36 causati dal riscaldamento di edifici pubblici e privati o dalle emissioni di edifici industriali, da trasporto pubblico e privato, illuminazione pubblica, macchinari e attrezzature industriali e del terziario, agricoltura. In tutto ciò, la Bergamasca si colloca sopra la media regionale, superata da ben 214 Comuni su 244.
È anche osservando questa quota che risulta importante l’adesione al "Patto dei sindaci" per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione europea: riduzione del 20% delle emissioni di Co2 entro il 2020. Un obiettivo che numerosi Comuni bergamaschi hanno fatto proprio, aderendo con delibere consiliari al piano. Coordinatore del progetto orobico è Antonello Pezzini, del Comitato economico e sociale europeo, che ha analizzato i dati relativi alle emissioni di anidride carbonica nei vari centri della Bergamasca. I numeri derivano dalle analisi dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) secondo le disposizioni del regolamento europeo che stabilisce l’obbligo di installare centrali per il rilevamento delle concentrazioni delle polveri sottili in alcune zone campione. "Secondo le statistiche europee la Co2 deriva per il 40% dal riscaldamento delle abitazioni, per il 38% dai trasporti e per il 22%
dall’industria. Per la nostra regione la media di Co2 per abitante raggiunge le 4 tonnellate equivalenti" spiega Pezzini (la tonnellata equivalente, di cui vediamo le stime nella tabella qui accanto, è l’unità di misura utilizzata dai tecnici in questo settore e che permette di pesare insieme emissioni di gas serra diversi con differenti potenziali di riscaldamento globale). Ricordando che "nella provincia orobica solo 30 Comuni su 244 sono allineati, gli altri "sforano"". "A causa delle polveri sottili si muore – aggiunge –, forse questo la gente non lo sa. Ridurre le concentrazioni di anidride carbonica non è solo vantaggioso per l’ambiente, ma anche per la salute dei cittadini. Basti pensare al fatto che camminando sul marciapiede a distanza di almeno 2 metri dalla sede stradale si respira il 30% in meno di Co2 emessa dalle auto – aggiunge il coordinatore –. Parlare di sviluppo sostenibile non è uno slogan, ma una vera e propria necessità a livello geopolitico, economico e sociale". I dati elaborati da Pezzini mostrano situazioni molto differenti tra una località e l’altra della Bergamasca. Anche in montagna. "Le emissioni aumentano sensibilmente per i paesi che accolgono in alcuni periodi dell’anno turisti che incidono sul riscaldamento e sulle emissioni delle auto. Altro elemento di variabilità la presenza di impianti industriali". Per ogni situazione si deve analizzare quale sia la fonte di produzione di Co2, mettendo poi a punto le strategie idonee. L’analisi comprende tutti i 244 Comuni bergamaschi con la comparazione dei dati sull’immissione di Co2 nel 2000 e nel 2007. Rispetto al totale delle tonnellate di Co2 equivalenti emesse nel 2007 Bergamo si colloca al primo posto, seguita da Dalmine,
Calusco con valori compresi tra 670 e 400 mila; Treviglio, Tavernola, Lovere, Caravaggio, Seriate e Costa Volpino registrano quantità comprese tra le 200 e 100 mila. L’ultimo paese della top ten è Grassobbio con 96 mila. Molto interessante è il confronto tra i dati del 2000 e 2007 che evidenzia come alcuni Comuni negli ultimi anni abbiano già individuato soluzioni per ridurre le immissioni o più probabilmente si siano verificate variazioni nella presenza, ad esempio, di siti industriali. "L’unica imprecisione nella statistica può derivare dal fatto che rispetto alla popolazione ho dovuto utilizzare solo i dati del censimento Istat del 2001. Se nel 2007 il numero di abitanti in una località fosse molto differente, il dato sulle emissioni di anidride per persona risulterebbe falsato".
Il dato generale mostra che nella nostra provincia si è passati da un totale di 8.628 mila tonnellate equivalenti di Co2 nel 2000 a 7.848 mila nel 2007: una riduzione pari a circa il 9%.
Per il capoluogo il valore totale di emissioni di anidride carbonica raggiunge nel 2007 le 678.858 tonnellate che rapportate ai 113 mila abitanti, portano a 6 tonnellate equivalenti per abitante. Non mancano sorprese scorrendo l’elenco dei 244 Comuni: a Tavernola la maglia nera per le variazioni, visto che le emissioni per abitante sono passate da 9 a 85 tonnellate (da 20.457 totali del 2000 ad addirittura 193.205 nel 2007), quindi quasi decuplicate. "Le misurazioni delle emissioni risentono molto delle mutazioni degli insediamenti industriali, della presenza di centrali elettriche o per esempio di una cava". In positivo, la diminuzione più sensibile si è avuta a Ponte Nossa (da 45 a 11). (fonte eco di bergamo)
Porthos
Una domanda molto terra terra: che posizione ha Scotti sul piano cave BG ed in particolare quelle sul territorio che conosce bene, ossia Calusco-Solza-Medolago? Condivide quanto tentato dall’ex assessore Pagnoncelli nello stravolgere il piano presentato dalla provincia vanificando gli accordi tra comuni, provincia e regione, oppure ritiene di difendere i diritti dei cittadini e degli enti più vicini a loro?