Pubblico a seguito una lettera inviatami da alcuni genitori di solza che saranno vittima della nuova visione della scuola pubblica voluta dal ministro gelmini. Visione che come si può vedere non è priva di problematiche.
Perdonate lo sfogo di alcuni genitori che fino a ieri non sapevano dove i propri figli avrebbero iniziato il loro percorso didattico. Sembra assurdo ma è così. Tutto ciò accade a Solza, un paese di circa 2000 abitanti che ha la grande fortuna di avere per ora la scuola primaria, fortuna questa, che ci vuole essere negata. Infatti la nuova riforma scolastica Gelmini prevede un minimo di 15 iscritti per la formazione di una classe, a discrezione dei Provveditorati. Essendo il nostro un piccolo paese capite che le nascite non sono sempre numerose, se poi per svariati motivi e per libertà di scelta alcuni genitori iscrivono i propri bambini in altre scuole, immancabilmente il numero cala. E qui nasce il nostro caso, abbiamo iscritto i nostri figli a febbraio, inizialmente eravamo in 12, allarmati abbiamo chiesto aiuto al Sindaco e a tutta l’Amministrazione Comunale, che già si stavano prodigando per evitare il peggio, per fortuna abbiamo trovato delle persone ostinate quanto noi, che si sono rimboccate le maniche, non avendo alcuna intenzione di perdere la scuola elementare. Sì, perdere la scuola elementare di Solza, poiché saltando la prima, per motivi tecnico-normativi della legge, salterebbe tutto il plesso scolastico! Armati di pubblicità sull’offerta formativa (teatro, piscina, musica, psicomotricità …), sul servizio di Pre/post scuola deciso per “l’occasione” dal Comune e con un fitto passaparola, abbiamo invitato altri genitori ad unirsi a noi e finalmente, dopo alterne vicissitudini, che qui non ci dilungheremo a descrivere, la nostra futura classe prima è stata presentata dal Dirigente scolastico in Provveditorato con il fatidico numero di 15 iscritti. Ed ora restiamo in attesa delle decisioni che verranno prese in merito dal Provveditorato. Il diritto allo studio è uno dei principali diritti dell’infanzia sancito dalla convenzione ONU e pensiamo che sia lecito per ogni genitore, decidere dove esercitare tale diritto, tenendo conto del bene del proprio figlio. Per di più, oltre che un diritto è anche un obbligo, ma se lo Stato ci obbliga giustamente a frequentare la scuola, deve anche fornirci il servizio e non farci sballottare dei bambini su e giù per diversi paesi fino a raggiungere la scuola, con dispendio di tempo e inutili consumi di carburante, quando qui a scuola ci andiamo a piedi! Chiudere la scuola non deve avere lo stesso peso che ha chiudere le fabbriche, per un mero discorso economico, qui non si discute di denaro e guadagni, ma della formazione di bambini che saranno il nostro futuro. Perché gli aiuti arrivano a pioggia sulla scuola paritaria mentre alla pubblica sono destinati solo tagli? Che libertà di scelta è questa? Ci piacerebbe ricevere delle risposte … È palese che se in un paese come Solza sparisse la scuola primaria, tale malaugurato evento andrebbe ad incidere sul futuro del tessuto sociale del paese stesso, esso andrebbe a morire diventando un paese dormitorio. La scuola è un centro di aggregazione per i bambini e le famiglie, dove è possibile instaurare rapporti con i propri concittadini. Se tutti frequentassero altri istituti nell’isola, ne soffrirebbero anche altri centri di aggregazione come l’oratorio, il catechismo, la Chiesa e la scuola calcio del paese. Ci chiediamo perché noi genitori dobbiamo lottare per portare avanti un diritto dei nostri bambini, ma noi resteremo così coesi e uniti con il comune obiettivo di continuare a mandare i figli nella Scuola Primaria di Solza.
I genitori di Solza della futura classe I
Come si può vedere a solza qualcosa si muove, ma a calusco va tutto bene?
Porthos